di Lidia Sirna (ilmattino.it, 26 luglio 2022)
In principio c’era solo la coppia più pop del web: Chiara Ferragni e Fedez. Poi si è capito che l’intrattenimento di massa si era spostato sui social e così gli influencer della politica si sono moltiplicati. Oggi nascono, crescono e poi si schierano. Se i Ferragnez sono diventati la coppia più nota d’Italia, del resto, lo si deve anche – forse – al loro attivismo politico e sociale. Durante la prima ondata della pandemia di Covid-19, tanto per fare un esempio, organizzarono una raccolta fondi per costruire un reparto di terapia intensiva. Gesto che è valso loro il prestigioso Ambrogino d’Oro, consegnato direttamente dal sindaco di Milano Beppe Sala. Capita, dunque, che la più classica delle dinamiche italiane (la caduta di un governo dopo un ultimatum) travalichi i binari della comunicazione tradizionale e paludata.
E anche se Mario Draghi è probabilmente il premier meno social di sempre – non ha Instagram, Facebook, né Twitter o TikTok –, gli influencer che si sono pronunciati sulla fine anticipata di questa legislatura sono numerosi. «È andato in onda un film? Niente raga tranquilli, c’è stato un problema di palinsesti» ha scritto sui suoi account Instagram Camihawke, giovane influencer e youtuber da oltre 1 milione di follower. «Un particolare ringraziamento a Matteo Salvini. La politica dovrebbe essere lo strumento per amministrare bene un Paese e non un balletto ridicolo di giochi di potere»: a parlare, sempre tramite un paio di storie su Instagram, è Cristina Fogazzi, in arte Estetista Cinica, influencer e imprenditrice cosmetica da 60 milioni di euro. Chi per primo ha capito che valeva la pena farsela amica è stato il leader di Azione, Carlo Calenda, che, durante la scorsa campagna elettorale per le amministrative romane, si è fatto intervistare da Fogazzi in diretta su Instagram (non Rai 1).
Ma nel dibattito politico sui social non mancano neppure quei musicisti che sono pure influencer. Negli ultimi giorni è stato il turno di Elodie, cantante da quasi 3 milioni di follower e madrina del Pride 2022. Sul suo account Instagram l’artista ha pubblicato alcuni punti della campagna elettorale di Giorgia Meloni, accompagnati solo da un serafico: «A me sinceramente fa paura». Migliaia i commenti. Una gatta da pelare per lo staff della comunicazione dell’aspirante premier. Così, mentre è già iniziata la contro-campagna elettorale degli influencer, i leader di partito provano a padroneggiare i social in una tornata politica il cui esito si giocherà sotto l’ombrellone (e quindi addio, forse, ai talk show).
«Sarà una campagna più digitale e difficile rispetto al passato perché le persone saranno impegnate e, allo stesso tempo, i partiti dovranno fare a meno degli strumenti tradizionali come la televisione o i comizi», dice Francesco Nicodemo, esperto di comunicazione già consigliere di Matteo Renzi. «L’elemento nuovo è che gli influencer potrebbero ridurre l’astensione spingendo l’elettorato alla mobilitazione, non tanto per un determinato partito, ma in favore di specifiche campagne sociali. Pesa anche il fatto che i diciottenni potranno votare per la prima volta in Senato. Se qualche leader saprà cogliere i temi determinanti, potrebbe trarne un significativo vantaggio elettorale».