Conor McGregor si candida alla presidenza dell’Irlanda

Ph. Jim Lo Scalzo / Shutterstock

di Francesco Spartà (agi.it, 21 marzo 2025)

L’ex campione di Mma Conor McGregor ha annunciato la sua candidatura alla presidenza in Irlanda. «Vota per me come presidente e salveremo l’Irlanda insieme!» è lo slogan postato dall’ex combattente di Ufc, appena rientrato da una visita alla Casa Bianca raccontata nel St. Patrick’s Day [San Patrizio è il patrono d’Irlanda – N.d.C.] attraverso le foto pubblicate su suoi canali social, seguiti da milioni di follower.

«I giorni degli uomini deboli che distruggono i Paesi sono finiti! Ho il pieno e completo sostegno di tutta l’amministrazione Trump» ha detto McGregor, che nel 2020 è stato nominato dalla rivista Forbes lo sportivo più pagato al mondo. Dopo queste dichiarazioni, il primo ministro irlandese Micheal Martin – che, pochi giorni prima della visita di McGregor, non aveva ricevuto a Washington un’accoglienza così calorosa – ha affermato che queste frasi «non riflettono l’opinione del popolo irlandese».

L’ex campione di arti marziali, noto per le sue posizioni controverse e la vicinanza agli ambienti di estrema destra, sta cercando di costruirsi un futuro politico sfruttando la sua popolarità e cavalcando – come il suo idolo Donald Trump – una retorica anti-immigrazione. Dal sostegno pubblico del presidente degli Stati Uniti, McGregor spera di guadagnare consensi. Eppure, Trump «non è molto popolare in Irlanda» osserva Gail McElroy, docente di Scienze politiche al Trinity College di Dublino, che ha definito minime, in caso di candidatura, le possibilità di McGregor di essere eletto.

Dana White, capo dell’Ufc – la competizione più redditizia delle Mma –, e diverse altre figure della disciplina hanno mostrato il loro sostegno ai movimenti anti-sistema e McGregor ne rappresenta da anni uno dei più storici protagonisti grazie al suo record: cinque volte campione del mondo. L’irlandese, nel corso della sua carriera, è diventato un vero e proprio personaggio, oltre l’ambito sportivo. Uno stile fatto di provocazioni, tatuaggi e violenza è diventato il suo marchio di fabbrica.

La sua carriera è stata punteggiata da accuse di stupro, aggressione sessuale e violenza. Nel novembre del 2024 è stato condannato da un tribunale di Dublino a pagare quasi 250mila euro di danni a una donna che l’aveva accusato di averla «brutalmente violentata e picchiata» in un hotel nel 2018. Verdetto che gli ha fatto perdere diversi contratti di sponsorizzazione.

Non è la prima volta che McGregor si mostra in pubblico con un personaggio politico. Lo scorso gennaio, aveva assistito alla manifestazione della vittoria di Trump al fianco di un’altra figura della galassia anti-establishment, il britannico Nigel Farage. McGregor è entrato a gamba tesa nel dibattito politico durante le rivolte anti-migranti che si sono verificate a Dublino alla fine del 2023, pronunciando dichiarazioni durissime: «Se le autorità non attueranno rapidamente un piano d’azione per garantire la sicurezza dell’Irlanda, lo farò io!».

Il magnate sudafricano Elon Musk, all’epoca, commentò positivamente le frasi di McGregor: «Non è una cattiva idea». Oggi Musk è diventato uno degli uomini più influenti dell’amministrazione Trump e l’ex campione è pronto a sfruttare anche il suo endorsement.

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