(ilfattoquotidiano.it, 8 aprile 2022)
La storia la racconta il Washington Post ed è quella del sosia di Volodymyr Zelensky. Avete letto bene: per Umid Isabaev, il giorno dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, è stato subito chiaro che essere uguale al presidente del Paese non fosse in alcun modo un vantaggio. Ora, il racconto diventa quasi distopico perché a offrire aiuto al 41enne incredibilmente somigliante a Zelensky sono stati i sosia di Vladimir Putin e di Kim Jong-un. E proprio quest’ultimo, che per il Washington Post è “Howard X” (ha accettato di parlare solo mantenendo il proprio anonimato), ha deciso di dare una mano al falso Zelensky pur trovandosi migliaia di chilometri lontano dall’Ucraina. Lo conosceva personalmente? No. Ma aveva saputo della sua esistenza quando il canale Russia 24 aveva mandato in onda un servizio sui sosia dei politici noti.
Immaginate la vita del sosia di Kim Jong-un? Al Washington Post Howard ha raccontato che sì, la gente ti chiede foto e nei bar bevi gratis, ma rischi pure l’arresto, come è successo a lui all’aeroporto di Singapore poco prima di un summit tra il vero Kim Jong-un e Donald Trump. Howard X ha deciso di mandare un messaggio a Isabaev, ma prima ha chiesto aiuto a un amico, “Steve Poland” (nome d’arte), Slawomir (vero nome, il cognome non ha voluto fosse utilizzato). Chi potrà mai essere? Il sosia di Vladimir Putin. Slamowir è uno che con questa somiglianza ha guadagnato tantissimo, facendo spot, videoclip e svariate apparizioni. Howard e Slawomir si sono incontrati proprio lavorando a una campagna pubblicitaria.
È stato il sosia di Putin a organizzare il trasferimento di Isabaev in Polonia. Secondo quanto raccontato dal Washington Post, il sosia del presidente ucraino è stato contattato dai russi quando si trovava ancora a Kiev: «Contavano di portarlo in Russia e usarlo per la propaganda», ha detto Slawomir. Howard X ha spiegato che Isabeav compare anche nella serie televisiva Servant of the People. Il 12 marzo, Isabaev ha raggiunto la Polonia insieme a migliaia di altri profughi. Quando ha raggiunto l’amico, i due sono andati in un bar. Che impatto per gli avventori. Ora, ha spiegato il falso Putin, si vedono tutti i giorni, o quasi.