di Emilio Marrese («Il Venerdì di Repubblica», 14 dicembre 2018)
Più che sindaco, Claudio Cecchetto vorrebbe essere eletto impresario di Misano Adriatico. “Viva Misano viva” si chiamerà la lista che il sessantaseienne talent scout musicale ha creato per candidarsi alle comunali primaverili della cittadina romagnola, tredicimila abitanti tra Riccione e Cattolica.Un sindaco che non si occupa di politica, non intende parlarne né dire da che parte sta: singolare, perlomeno.
«Il voto è segreto. Non sono arrivato alla mia età per dire da che parte sto. Posso solo dire che ho sempre esercitato il diritto, ho sempre deciso all’ultimo nella cabina elettorale e spesso ho dato voti disgiunti agli uni e agli altri. Se la lista è civica, è civica, no? Ai massimi sistemi devono pensare in Parlamento, io voglio fare il sindaco di Misano e per nessun’altra città accetterei. Ho sempre fatto solo una politica: quella dei giovani. Non sono un guru e non voglio intraprendere una nuova carriera».
E allora cosa?
«L’estate scorsa ho lanciato il progetto Misano Marittima e siccome il sindaco che lo ha appoggiato (Stefano Giannini del Pd, N.d.R.) non potrà ricandidarsi, non vorrei rischiare di vederlo naufragare. Quando mi hanno consigliato la candidatura, per proteggere questa idea, prima ci ho riso su, poi ci ho pensato bene».
“Misano Marittima” è il marchio che Cecchetto ha dato a un pezzo smart di spiaggia dove organizzare concerti ed eventi, nella località balneare nota per il circuito e l’elegante darsena di Portoverde (nel film La prima notte di quiete di Valerio Zurlini è qui che si aggira il supplente Alain Delon).
Non è politica, dunque, e neppure questione di interessi personali.
«Non ho proprietà, vivo in affitto, non ho mai fatto speculazioni, non possiedo nulla di ciò che ho creato. Così come inventando Radio Deejay e Radio Capital ho cambiato il mondo radiofonico, e altri hanno seguito l’esempio, così ora voglio essere copiato. È ambizione, non presunzione».
Da disc jockey ha lanciato Jovanotti, Fiorello, Gerry Scotti, Amadeus, Fabio Volo, Sandy Marton, gli 883. Oggi ha ancora Max Pezzali. Giovani?
«Non ho smesso di aiutare i giovani, anche se è sempre più difficile. Sembra più facile, grazie alle tecnologie e ai talent show, ma in realtà si rischia sempre meno e i network puntano solo sui prodotti sicuri. È vero che un ragazzo oggi ha più occasioni per farsi notare, ma è anche vero che questo vale per tutti quelli che hanno un pc in camera. Per fare la differenza conta ancora la testa, conta avere passione e l’obiettivo di divertirsi, non di diventare famosi e trovare un lavoro. Il talento è un dono, il successo un mestiere».
Anche la politica è un mestiere: bisognerà pure occuparsi delle buche per strada, della raccolta differenziata, dei parcheggi e della criminalità.
«A questo penserà la squadra che sto selezionando, tutta gente del territorio per compensare la mia milanesità. E comunque io sono, sì, quello del Gioca Jouer e di Sanremo, ma sono anche uno che ha creato due network. Nella vita non mi sono occupato solo di questioni artistiche, ma anche gestionali. I problemi di Misano si risolvono coi soldi e quelli si trovano sfruttando le risorse turistiche, facendo in modo che più gente ci passi più tempo, e non solo riempiendo la cassa con le multe».
La password che apre tutte le porte del futuro è “smart city”.
«Sogno una città dove le consumazioni del bar si possano pagare con il cellulare, dove inquadrando un monumento o anche un palo della luce la realtà aumentata te ne racconti la storia; e al ristorante, mentre aspetti l’ordinazione, un video sul telefono ti mostri come si prepara quel piatto. Tanti dicono che in vacanza ci si va per riposare e staccare col mondo, io dico invece che ci si deve andare per divertirsi».
Naturalmente non significa proporre una vacanza con gli occhi fissi sul telefonino: Cecchetto punta sul bosco vicino alla spiaggia, sullo sport, sulle ciclabili, sull’entroterra, sull’artigianato.
In un’intervista radiofonica ha parlato anche di “parchi dell’amore” «mettendo séparé tra un’auto e l’altra». E si è detto favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere.
«Si è esagerato un po’ nel controllo del divertimento».
Giusto trent’anni fa lei trasferì Radio Deejay all’Aquafan di Riccione. Nel frattempo, però, il mito della Riviera ha perso un po’ di colpi, non crede?
«Vero, ma come accoglienza, servizi e divertimento resta tra le migliori mete. Si è costruito qualche palazzo in più, si è rinunciato a un po’ di verde e si sono stretti un po’ troppo i bulloni allo sballo. Il buonsenso va bene, annullare il divertimento no».
Agli elettori il candidato Cecchetto promette che non sarà un sindaco stagionale, come bagnini e camerieri, da tre mesi l’anno.
«Passerò a Misano tre o quattro giorni la settimana e per il resto girerò per trovare buone idee e importarle. Non voglio essere il ragioniere della città, ma il suo ambasciatore per portare l’Italia a Misano e, esagerando un po’, anche il mondo».
Salutare, camminare, nuotare, votare.