di Serena Dandini («Io Donna», suppl. al «Corriere della Sera», 17 giugno 2017)
È ricominciata House of Cards, serie che svela tutte le manovre e il sottobosco della politica americana, con due attori-giganti, Robin Wright e Kevin Spacey. Come gli affezionati sanno bene, siamo alla quinta stagione. Nel frattempo, è successo qualcosa che rischia di mettere in seria difficoltà i talentuosi sceneggiatori, che hanno dichiarato sconsolati: «Non è un buon segno per lo show (e per il mondo) quando il tuo anti-eroe della finzione sembra l’opzione migliore…».Nonostante la ricchezza dei colpi di scena e una scrittura sempre brillante e ritmata, la realtà, dopo aver ingaggiato un duello senza pari con la fantasia, rischia di far impallidire le trovate migliori della fiction. In poco tempo, abbiamo assistito all’ascesa e all’insediamento di un nuovo presidente americano, “vero” però, che ci ha lasciato a bocca aperta con una sequela di esternazioni, colpi di scena, gaffe e complotti vari. Neanche il più visionario degli scrittori avrebbe mai immaginato una trama del genere e, anche se il film non vi piace, è molto difficile interromperlo, non c’è la salvifica possibilità di spegnere la tv. Qualcuno sta ancora provando a pestare sul telecomando, ma la storia non si ferma e il faccione di Trump continua a imperversare da ogni medium (c’è sempre l’opzione impeachement, ma è una misura estrema, difficilmente adottata dai produttori). I nuovi sceneggiatori di House of Cards, peraltro bravissimi, non potevano immaginare uno scenario così disastroso, né mettere in scena per Frank Underwood le bravate di super Donald. Li avrebbero incolpati di scrivere una fiction di fantascienza e non c’è niente di peggio per uno script che si rispetti che essere accusato di scarsa credibilità. Gli autori della storia reale, però, non sono riusciti a costruire un personaggio femminile credibile come Claire Underwood. È vero, siamo appena alla prima serie di House of Trumps, ma Melania è solo una copia sbiadita della sua rivale sul piccolo schermo. Vuoi mettere la malizia, la perfidia e la serie infinita di meravigliosi completini neri di Lady Macbeth Underwood? Un abisso rispetto a quel banale arcobaleno di tinte pastello e sguardi remissivi, sfoggiati dalla vera first lady. Non ci siamo ancora, ma c’è tempo per migliorare la serie “reale”… Sempre se riusciremo a goderci il finale, che non si preannuncia roseo, considerate le decisioni presidenziali riguardo agli accordi sul clima di Parigi. Super Trump ha scelto allegramente di non rispettarli, optando per un inquinamento libero e personalizzato. Peccato che, proprio in questi giorni, un’ulteriore fetta di ghiaccio grande come la Liguria si stia staccando dal Polo Sud. Ma questo è niente rispetto a un’eventuale guerra atomica mondiale, anche se, per fortuna, i missili di Kim Jong-un sembrano più simili a quelli di un telefilm di serie B. Almeno per ora. Speriamo nella seconda stagione, sempre che l’audience americana non si stufi di seguirla.