di Annalisa Grandi (corriere.it, 25 giugno 2018)
È stato eletto sindaco di Messina ai ballottaggi con oltre il 65% dei voti. E ha subito portato i fiori alla statua della Madonna Immacolata. Ma il nome di Cateno De Luca, nuovo primo cittadino, sostenuto da liste civiche, non è affatto sconosciuto né al mondo politico né a quello giudiziario.Una delle immagini che hanno fatto scalpore, di lui, è quella di quando, nel 2007, si tolse i pantaloni per rimanere in mutande nell’Assemblea regionale della Sicilia: la Bibbia in una mano, un Pinocchio nell’altra. All’epoca era deputato e protestava contro la decisione dell’allora presidente Micciché di estrometterlo dalla Commissione Bilancio: si era spogliato, coppola nera in testa, e aveva usato la bandiera della Sicilia come pareo. Un anno prima, un altro “spogliarello”, quella volta in conferenza stampa: eletto alle regionali nella lista del Movimento per le autonomie di Raffaele Lombardo, si era spogliato per protestare contro i tagli di fornitura d’acqua alle Eolie. Originario di Fiumedinisi, di cui è stato sindaco dal 2003 al 2011, è stato eletto nel 2012 primo cittadino di Santa Teresa di Riva, cittadina costiera sul litorale messinese jonico. Ruolo che ha ricoperto fino al 2017. In mezzo, più di qualche guaio giudiziario: nel 2011 viene arrestato con il fratello Tindaro, funzionario del Comune di Fiumedinisi e presidente della Commissione edilizia, per quello che viene definito il “sacco di Fiumedinisi”. L’accusa: abuso d’ufficio, falso e tentata concussione per aver gestito gli appalti per la costruzione di un albergo, sedici villette e un muro di contenimento del torrente Fiumedinisi in modo da favorire imprese edilizie della sua famiglia. Per lui erano stati chiesti cinque anni di carcere. L’assoluzione era arrivata a novembre del 2017. Nello stesso anno, ed esattamente tre giorni prima che arrivasse l’assoluzione, appena eletto deputato regionale nelle fila dell’Udc, era stato nuovamente arrestato per evasione fiscale. Arresto arrivato a poche ore dall’annuncio proprio di volersi candidare come sindaco di Messina. Il suo nome era, secondo la Commissione antimafia, tra gli “impresentabili” del centrodestra. De Luca era tornato in libertà dopo la revoca degli arresti domiciliari, sostituita con una misura interdittiva del divieto di ricoprire ruoli apicali negli enti coinvolti nell’inchiesta. Sedici inchieste, sedici proscioglimenti: questo il bilancio delle sue vicende giudiziarie, se si esclude l’ultima, quella legata all’evasione, ancora aperta. Appena eletto Cateno De Luca è andato a deporre una corona di fiori ai piedi della statua della Madonna Immacolata, per poi recitare una preghiera. Sotto Palazzo Zanca il suo discorso di ringraziamento, iniziato recitando un Padre nostro, poi le prime parole: «Voglio essere il sindaco di tutti. Iniziare una rivoluzione e può essere facile, il difficile è portarla avanti. Ed è quello che noi ci impegneremo a fare». Una cosa da sottolineare è che De Luca parte senza consiglieri, perché nessuna delle liste che lo hanno sostenuto era riuscita a superare la soglia di sbarramento del 5% al primo turno. Dieci consiglieri eletti in altri schieramenti hanno però manifestato l’intenzione di offrire sostegno e “supporto” al neosindaco.