di Stefano Baldolini (huffingtonpost.it, 1° ottobre 2020)
Undici milioni in meno rispetto a quattro anni fa. Oltre il 13 per cento di share perso. Se il primo dibattito presidenziale Trump-Biden è considerato il SuperBowl della politica, a non convincere i telespettatori-elettori sono stati sia gli attempati finalisti sia l’andamento della partita, a detta di tutti scadente e inguardabile per l’eccessiva polarizzazione e la radicalizzazione dei toni. A confermarlo sono le stime Nielsen sugli ascolti, in picchiata rispetto al primo dibattito fra Donald Trump e Hillary Clinton del 2016, ma sostanzialmente stabili lungo tutto il match tra il tycoon e l’ex vice di Obama.
Il che, secondo l’agenzia di rilevazione, vuol dire che ogni spettatore in fuga disgustato dal dibattito è stato sostituito da un altro spettatore attratto dalla confusione. Una caotica mobilità interna dei flussi che ha contribuito all’audience totale. Ovviamente agli oltre 73 milioni di telespettatori che si sono sintonizzati sui 16 canali disponibili – contro gli 84 del 2016 – vanno sommati gli utenti in streaming su smartphone o altri dispositivi; tuttavia “Calamity Cleveland”, che molti osservatori avevano pronosticato come il picco della politica di ogni tempo e che invece si è classificato solo terzo, dietro anche al confronto Reagan-Carter dei ruggenti anni Ottanta, con oltre 80 milioni incollati al grande schermo, ha prodotto la decisione storica di cambiare il format «per garantire una discussione più ordinata sui temi».
Lo ha annunciato la Commissione bipartisan che sovrintende i dibattiti presidenziali. L’obiettivo è renderli più ordinati e comprensibili e, tra le misure allo studio, secondo fonti alla Cbs News, c’è la chiusura del microfono qualora uno dei due tenti di interrompere l’altro. La fonte ha aggiunto che la Commissione trascorrerà le prossime 48 ore a fissare le nuove linee guida e regole in vista del secondo dibattito. Sta lavorando a tutte le possibili soluzioni, ma una cosa è certa: «Faremo dei cambiamenti». Se funzioneranno lo dirà il prossimo confronto del 15 ottobre all’Adrienne Arsht Center for the Performing Arts di Miami, ma come da copione il cambio di format ha già contribuito a esasperare gli animi. Con il team di Trump a protestare («Fanno così solo perché il loro uomo è stato demolito la scorsa notte. Il Presidente era la forza dominante ed ora Joe Biden sta tentando di lavorarsi gli arbitri. Non dovrebbero spostare i pali e cambiare le regole nel bel mezzo della gara») e Biden pronto ad accettare «qualunque nuovo set di norme».
Intanto, all’indomani del dibattito, escono i primi dati. Nel primo sondaggio pubblicato, quello di YouGov condotto per conto dell’Economist, Joe Biden appare in testa di 8 punti; lo sfidante ottiene il 50% dei consensi, contro il 42% di Trump. Per il sito specializzato RealClearPolitics, che calcola la media dei principali sondaggi, Biden a poco più di un mese dal voto risale con un vantaggio di 6,6 punti sul Presidente in carica.