di Andrea Parrella (fanpage.it, 25 ottobre 2021)
Alec Baldwin è distrutto per quanto accaduto sul set del film Rust, dove, in circostanze assolutamente involontarie, ha sparato e ucciso l’assistente alla fotografia Halyna Hutchins. Eppure la tragedia non ha evitato all’attore di finire al centro di una campagna mediatica terrificante, messa in moto dal figlio dell’ex presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che, nelle scorse ore, ha speculato sulla vicenda facendo leva sulla satira di Baldwin verso Trump negli scorsi anni. «Immaginatevi se al Saturday Night Live Trump imitasse Baldwin mentre spara a qualcuno», recita una delle storie Instagram di Donald Trump Jr.
Seguita da un fotomontaggio dell’attore con indosso una maglietta con su scritto “le pistole non uccidono le persone, Alec Baldwin lo fa”. Maglietta che è possibile acquistare alla modica cifra di 27.99 dollari attraverso un link che il figlio dell’ex presidente pubblica nella storia successiva. E in un’altra storia aggiunge: «Al diavolo tutta la santificazione che leggo in giro, se fosse successo a un altro, adesso Alex Baldwin avrebbe sfruttato la tragedia a suo favore. Si fotta». L’attore americano, che da giorni vive il dramma di aver ucciso una persona e di averne ferita un’altra in modo del tutto involontario, è quindi al centro di un tritacarne mediatico condizionato dai suoi lavori precedenti. Il riferimento è all’imitazione di Donald Trump portata nel popolarissimo programma televisivo Saturday Night Live, in onda negli Stati Uniti ormai da quarant’anni. Un’imitazione che finisce per essere un marchio politico che prescinde dalla vicenda umana e condanna Baldwin per quanto accaduto.
La polizia di Santa Fe, nel frattempo, continua a indagare su quanto accaduto sul set di Rust. Stando alle ultime ricostruzioni riportate dal New York Times, la pistola carica con il proiettile vero era stata preparata dall’armiere del set Hannah Gutierrez-Reed, al suo secondo film, e dai documenti della polizia risulta che è stata consegnata nelle mani di Baldwin direttamente dall’assistente alla regia Dave Halls. Una pratica contro il protocollo, che prevede sia l’armiere a consegnare la pistola all’attore, che deve essere istruito e avvertito a dovere. Halls ha dichiarato di non aver idea che la pistola fosse caricata con un proiettile vero. Resta da capire, però, perché, nell’ambito di una produzione cinematografica colossale come quella di Baldwin, non siano stati seguiti i protocolli, per quale motivo sia stato l’assistente alla regia a mettere nelle mani dell’attore l’arma carica e quasi siano, in ultimo, le effettive responsabilità di Halls.