Tutti gli articoli di Star Politics

Commander-in-Tweet: il populismo digitale di Trump

Ph. Sinna Nasseri / The New Yorker

di David Allegranti* (linkiesta.it, 6 novembre 2024)

L’arrivo di Donald Trump su Twitter è datato marzo 2009, quando Barack Obama è appena diventato presidente degli Stati Uniti. Rapidamente, diventa lo strumento preferito del miliardario americano. «La campagna presidenziale del 2016 potrebbe essere ricordata come quella in cui il populismo ha incontrato i social media digitali», scrivono Francisco Seoane Pérez et al. (2019, p. 13).

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«A star is born»: Elon Musk, l’altro vincitore

Ph. Jabin Botsford / The Washington Post

di Adele Sarno (huffingtonpost.it, 6 novembre 2024)

«We have a new star. A star is born: Elon». Con queste parole, pronunciate dal palco del quartier generale di Palm Beach durante il discorso della vittoria, Donald Trump consacra Musk come la nuova stella del partito Repubblicano. E lancia un messaggio importante: potrebbe essere proprio lui il vero vincitore del secondo mandato del tycoon. La ragione è chiara: con l’ingresso in politica, il suo impero imprenditoriale potrebbe beneficiare enormemente dal ritorno dell’ex presidente alla Casa Bianca.

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Usa 2024: il look di Melania Trump è un inno al power dressing

Getty Images

di Alessandra D’Acunto (repubblica.it, 6 novembre 2024)

Autorevolezza, rigore, nessun dettaglio fuori posto. Il tailleur gonna indossato da Melania Trump la notte delle elezioni, al Convention Center di West Palm Beach, nella Florida roccaforte repubblicana, è granitico, anche nel colore. Come lo è stato l’atteggiamento della ex, e ora di nuovo, First Lady d’America, prima che ci fosse la certezza che Donald Trump aveva centrato l’obiettivo diventando il 47esimo presidente degli Stati Uniti.

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Trump, lo show prima del voto: «Io non sono un politico, sono una star»

Ph. Jonathan Ernst / Reuters

di Aldo Cazzullo (corriere.it, 3 novembre 2024)

Salem (Virginia) – Non è un comizio. È uno show. Infatti dura più di cinque ore; le ultime due con lui sul palco. A segnare una mutazione ormai irreversibile della destra americana e globale. Come in ogni show, si ride e si piange. Si ride – con una punta di angoscia al pensiero che l’attor comico è il favorito per la Casa Bianca – quando Donald Trump fa le imitazioni.

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50 Cent: “Ho rifiutato 3 milioni di dollari per cantare per Trump”

Tmz / Getty Composite

(repubblica.it, 30 ottobre 2024)

Anche 50 Cent si aggiunge alla lista di artisti americani che non vogliono avere niente a che fare con Donald Trump. Il rapper ha rifiutato un’offerta da 3 milioni di dollari per esibirsi al controverso raduno del candidato repubblicano alla Casa Bianca al Madison Square Garden di New York domenica scorsa, come lui stesso ha rivelato in un’intervista al programma radiofonico The Breakfast Club.

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Il film che immaginò una presidente degli Stati Uniti già cent’anni fa

Fox Film Corporation / imdb.com

(ilpost.it, 24 ottobre 2024)

Anche se per il momento non è mai accaduto, ci sono diversi film e serie tv che mostrano una presidente degli Stati Uniti: il capo di Stato statunitense è una donna in Veep, che ricorda molto il caso della candidata Democratica Kamala Harris e del presidente Joe Biden, ma anche nella seconda parte di Ritorno al futuro e nel film apocalittico Don’t Look Up, con Leonardo DiCaprio e Jennifer Lawrence. Uno dei primi di sempre, forse il primo arrivato fino a noi, fu The Last Man on Earth.

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Usa 2024: Elon Musk è la vera “October surprise”

Ph. Ryan Collerd / Afp via Getty Images

(adnkronos.com, 30 ottobre 2024)

«Elon Musk è l’October surprise di queste elezioni». È quanto scrive il Washington Post, affermando che «nessun miliardario americano ha giocato con la politica» come sta facendo il fondatore di Tesla e patron di X con la sua campagna a sostegno di Donald Trump. Il coinvolgimento a suon di megafinanziamenti di miliardari nelle campagne elettorali non è certo una novità, continua il Post, al centro di una bufera – e della fuga di centinaia di migliaia di abbonati – perché il miliardario che lo possiede, Jeff Bezos, ha deciso di bloccare l’editoriale con cui il comitato direttivo del giornale avrebbe voluto dare il proprio endorsement a Kamala Harris.

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Il programma radicale di Trump per rovesciare l’America

Ph. Evan Vucci / Ap

di Christian Rocca (linkiesta.it, 23 ottobre 2024)

Non se ne parla più, sembra quasi che si sia trattato di un fatto come un altro, normale e naturale. Ma in realtà è stato un tentato colpo di Stato quello ordito da Donald Trump dopo la sconfitta elettorale del 3 novembre 2020, quando l’allora presidente fu cacciato dalla Casa Bianca da una valanga di voti democratici che hanno temporaneamente salvato l’America, l’Ucraina e l’Europa.

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Il linguaggio di Trump

Ph. David Ramos / Getty Images

(linkiesta.it, 22 ottobre 2024)

Le parole danno forma al pensiero, influenzano la conoscenza e il modo di vedere, quindi capire, il mondo. Vale in tutti i contesti, da quelli più intimi e ristretti ai discorsi pubblici. Quando a parlare davanti a una platea sono attori, atleti, artisti di qualsiasi tipo, le parole hanno grande risonanza e un certo peso nell’opinione pubblica. Se a parlare sono personaggi politici, a maggior ragione, il vocabolario diventa uno strumento potentissimo, da maneggiare con cura.

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«Il fantasma del palcoscenico», la critica contestataria all’industria dell’entertainment di Brian De Palma

Harbor Productions / 20th Century Fox

di Filippo Mazzarella (corriere.it, 31 ottobre 2024)

Il 1° novembre 1974 (da noi uscirà, in sordina, solo nell’estate dell’anno successivo) viene distribuito nelle sale americane Il fantasma del palcoscenico (Phantom of the Paradise). Il film è già l’ottavo lungometraggio di un Brian De Palma a un passo dalla consacrazione commerciale (che avverrà due anni dopo con Carrie – Lo sguardo di Satana); e si presenta come un eccentrico musical sui generis che combina con eclettismo stilistico elementi horror, melodramma e strali satirici contro la mercificazione dell’arte e le insidie psicologicamente distruttive del successo.

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