(huffingtonpost.it, 10 agosto 2023)
Nella semifinale della Champions League araba, Cristiano Ronaldo si è presentato sul dischetto per il rigore decisivo assegnato all’Al Nassr. L’ha segnato, come al suo solito, portando la sua squadra in finale. E, sempre per consuetudine, ha esultato alla sua maniera: segno della croce e saltello in aria vicino alla bandierina. Il problema è che in Arabia Saudita esternazioni cristiane in pubblico come quella fatta dal giocatore portoghese sono vietate. Tutto ciò che riconduce alla fede non musulmana viene tacciato di proselitismo religioso.
E infatti il video della sua esultanza è subito diventato virale, con gli utenti che hanno sottolineato la stonatura del pluricampione. A cosa andrà incontro non si sa, probabilmente nulla visto quello che Ronaldo rappresenta per l’Arabia Saudita. Ha firmato un contratto pluriennale che gli frutterà circa 500 milioni di dollari, perché Riad è disposta a tutto pur di accrescere la sua visibilità.
Ma a coloro che esternarono pubblicamente la loro fede prima di lui non è andata proprio bene. Il calciatore Juan Pablo Pino fu arrestato insieme alla moglie in un centro commerciale per aver indossato una maglietta troppo trasparente, da cui emergeva il tatuaggio di Gesù che ha disegnato sul suo corpo. L’ex tecnico dell’Al Nassr Gustavo Costas ci ha invece pensato due volte prima di commettere lo stesso errore: niente più segno della croce in pubblico, «lo faccio nello spogliatoio. Se lo facessi, qui mi ammazzerebbero, mi lapiderebbero».