“Antikvariati”, il film georgiano che non può essere proiettato a Venezia

Cinetech

(ilpost.it, 30 agosto 2024)

Questa settimana alla Mostra del Cinema di Venezia doveva essere presentato il film georgiano Antikvariati – The Antique, ma le prime due proiezioni, previste per il 28 e il 30 agosto, sono state annullate per via di una causa legale in corso tra i produttori del film. Secondo la regista Rusudan Glurjidze però questa sarebbe solo una scusa e in realtà il film sarebbe stato censurato per volere del governo russo, che già due anni fa avrebbe cercato di impedirle di realizzarlo.

The Antique, in concorso alle Giornate degli Autori, una rassegna autonoma all’interno della Mostra, racconta la storia di tre personaggi russi e georgiani a San Pietroburgo nei giorni dell’espulsione forzata dalla Russia di migliaia di georgiani da parte del governo russo. Un fatto realmente accaduto nel 2006 nel corso di una crisi diplomatica fra i due Stati, durante il primo mandato da presidente della Russia di Vladimir Putin, e per il quale la Russia è stata condannata nel 2014 davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

I due Paesi hanno da tempo un rapporto molto conflittuale, che nel 2008 sfociò anche nell’invasione della Georgia da parte della Russia, formalmente per difendere la piccola repubblica autoproclamata e filorussa dell’Ossezia del Sud, che occupa una parte del territorio georgiano e in quel periodo era in conflitto contro il governo centrale della Georgia. Oggi la maggioranza della popolazione georgiana è profondamente filoeuropea e si oppone con insistenza alle recenti tendenze filorusse del suo governo, come l’emanazione della cosiddetta legge sugli “agenti stranieri”.

Il caso intorno a The Antique è iniziato il 27 agosto, quando la rassegna Giornate degli Autori ha pubblicato un comunicato stampa in cui annunciava che, in accordo con La Biennale di Venezia, la proiezione del film che si sarebbe dovuta tenere il giorno dopo era stata annullata. Questo perché il Tribunale di Venezia aveva appena emesso un decreto d’urgenza, ossia un provvedimento con applicazione immediata, che vietava al produttore di maggioranza del film, Zurab Magalashvili, della società georgiana Cinetech, di mostrarlo in qualunque contesto.

Il decreto era stato emesso nell’ambito di una causa legale aperta dalle altre tre società di produzione del film – la società russa Viva Films e la cipriota Pygmalion, entrambe di proprietà della produttrice russa Nadezhda Gorshkova, e la croata Avantura Film – contro Cinetech: i dettagli non sono chiari ma, secondo quanto scritto nel comunicato stampa, la contestazione riguarderebbe una violazione del copyright della sceneggiatura da parte di Cinetech. Secondo quanto riferito dal giornale La Nuova Venezia Cinetech sarebbe accusata di aver violato l’accordo di coproduzione con le altre società, che ora le contestano il diritto di disporre del film.

Il decreto d’urgenza è stato emesso perché il film stava per essere proiettato a Venezia e la rassegna Giornate degli Autori, in accordo con la Biennale, pur non essendo direttamente citata dal Tribunale, ha annullato le proiezioni, rispettando la decisione del giudice nell’ambito della causa legale aperta. Venerdì, durante una conferenza stampa, il delegato generale di Giornate degli Autori Giorgio Gosetti ha detto che la decisione è stata presa dopo aver ricevuto una «diffida» da parte «degli avvocati dell’altra parte» a non proiettare il film sulla base del decreto, fino a che la questione non sarà risolta.

Nello stesso contesto, la regista Rusudan Glurjidze ha dichiarato: «sono al centro dell’Europa e sono stata censurata». Da giorni la Glurjidze e il produttore georgiano Zurab Magalashvili sostengono che la causa sia solo un pretesto per impedire loro di mostrare il film, per volontà del governo russo che già due anni fa avrebbe cercato d’impedirne la realizzazione.

In un’intervista a Semafor Glurjidze e Magalashvili hanno detto che, nel 2022, avevano chiesto i permessi per girare alcune scene in Russia e che li avevano ottenuti dalla ministra della cultura Olga Lyubimova. Poco dopo, però, alcuni funzionari chiesero loro di tagliare sedici scene che rappresentavano in maniera negativa le autorità russe, cosa che li ha portati a pensare che i permessi fossero stati concessi loro senza che la sceneggiatura fosse letta. La Glurjidze ha raccontato che quando arrivò con la troupe a San Pietroburgo, l’11 gennaio 2022, i funzionari le crearono molti problemi, impedendole di girare nei luoghi che avevano concordato. Magalashvili ha aggiunto che un giorno giunse sul set e scoprì che tutti i costumi erano stati distrutti.

Le riprese si conclusero il 22 febbraio 2022, il giorno prima dell’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia. Preoccupata che il materiale girato venisse confiscato, sia per via del clima generale di quei giorni sia per i precedenti con le autorità russe, la troupe consegnò gli hard disk con il girato a delle persone che facevano parte della comunità georgiana rimasta in Russia, che li portarono subito in Georgia, attraversando il confine in macchina. Quando la Glurjidze e gli altri componenti della troupe arrivarono all’aeroporto per lasciare il Paese, i funzionari della dogana russa confiscarono tutto il materiale digitale che avevano con loro. Magalashvili ha detto a Semafor che, secondo lui, i funzionari «erano sicuri di aver confiscato le riprese del film».

Il produttore croato Sergej Stanojkovski, della casa di produzione Avantura, ha negato categoricamente che la causa intentata da lui e dagli altri produttori contro Cinetech sia politicamente motivata. In un’email inviata a Semafor ha scritto che spera che la questione venga risolta rapidamente così che il film possa essere distribuito, specificando: «qualsiasi allusione a un mio coinvolgimento per conto dello Stato russo, o di qualsiasi altro Stato, per influenzare la proiezione del film a Venezia è del tutto falsa e infondata». Per il momento è annullata anche l’ultima proiezione del film a Venezia, in programma il 6 settembre.

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