Anche gli Abba le suonano a Trump

TT News Agency / Afp via Getty Images

(adnkronos.com, 29 agosto 2024)

Anche dagli Abba arriva a Donald Trump la diffida a continuare a usare canzoni e video del leggendario gruppo svedese nei suoi comizi e rally. In particolare diverse storiche canzoni del gruppo pop degli anni Settanta, ma ancora popolarissimo, tra le quali Money, money, money, The winner takes it all e Dancing Queen, sono state usate durante un comizio a Saint Cloud, in Minnesota, che ospita la più grande comunità di svedesi in America, come riporta il giornale Svenska Dagbladet.

In più, durante l’evento sono stati trasmessi sul megaschermo di uno stadio da hockey video dei componenti degli Abba insieme ad appelli per donare alla campagna di Trump. Dalla casa discografica del gruppo, la Universal Music, è partita a stretto giro una protesta in cui si afferma di non aver «ricevuto alcuna richiesta di permesso e alcuna autorizzazione è stata data a Trump».

«Insieme ai membri degli Abba abbiamo scoperto che sono stati pubblicati video con loro musiche e immagini durante gli eventi di Trump e quindi abbiamo chiesto che questi vengano immediatamente rimossi», ha spiegato un portavoce della casa discografica. Lo stesso messaggio è arrivato da Björn Ulvaeus, componente del gruppo e autore di uno dei suoi più famosi successi, Mamma Mia: «La nostra casa discografica si sta assicurando che vengano rimossi».

Gli Abba sono gli ultimi di una lunga serie di artisti che in questa campagna elettorale, come nelle precedenti, hanno protestato per l’utilizzo delle loro canzoni nei comizi del tycoon. Tra gli ultimi Céline Dion, che non ha gradito la sua My heart will go on fosse usata in un rally in Montana, e i Foo Fighters, che hanno voluto sottolineare anche sui social di non aver autorizzato l’uso di My Hero per accogliere sul palco Robert Kennedy Jr. insieme al candidato repubblicano.

Beyoncé aveva impedito a Trump di continuare a usare in un suo video la canzone Freedom, diventata invece colonna sonora ufficiale della campagna della candidata democratica Kamala Harris. No anche da Dave Porter, coautore del brano di Sam & Dave intitolato Hold on, I’m coming: «Non scrivo musica per dividere le persone», il suo commento. E ancora, lo scorso marzo gli eredi di Sinéad O’Connor avevano diffidato Trump dall’usare Nothing compares 2U. In precedenza, l’artista canadese Neil Young si era opposto al fatto che Trump usasse le sue canzoni.

Nel 2020 i Rolling Stones avevano minacciato il tycoon di azioni legali dopo che la loro canzone You can’t always get what you want era stata suonata in una manifestazione politica a Tulsa, in Oklahoma. Ozzy e Sharon Osbourne avevano inviato un avviso a Trump vietandogli di utilizzare la musica dei Black Sabbath nei video della sua campagna elettorale nel 2019; e lo stesso avevano fatto Tom Petty, Bruce Springsteen, Adele e gli eredi di George Harrison.

Legalmente, i politici statunitensi non hanno sempre bisogno del permesso diretto degli artisti. Le loro campagne possono acquistare pacchetti di licenza da organizzazioni per i diritti musicali che danno loro accesso legale a più di venti milioni di brani. Tuttavia, gli artisti hanno il diritto di rimuovere la propria musica da tale elenco.

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