di Paolo Armelli (wired.it, 11 settembre 2024)
Nella notte tra il 10 e l’11 settembre negli Stati Uniti sul canale Abc è andato in onda il primo (e finora l’unico) dibattito tra Kamala Harris e Donald Trump. Gli argomenti trattati sono stati i più svariati, dall’economia ai diritti riproduttivi, dalle guerre in Ucraina e Palestina all’immigrazione clandestina. I media americani sono piuttosto concordi nel dire che Harris è riuscita a mettere Trump in un angolo e sulla difensiva, mentre è chiaro che l’ex presidente abbia usato tutte le sue armi di propaganda per sviare dagli argomenti più stringenti e che lo vedono in svantaggio.
Soprattutto, come al solito, Trump si è lasciato andare a sproloqui piuttosto sconclusionati, mettendo insieme fake news, teorie della cospirazione e forse anche qualche barzelletta ascoltata in un bar. In compenso Harris ci ha regalato un sacco di faccette estremamente divertite. Prima del dibattito, Harris e Trump non si erano mai incontrati di persona: appena entrati in studio, dunque, lei gli va incontro per presentarsi («Kamala Harris», gli dice), anche se l’ex presidente sembra fare di tutto pur di evitare il momento. E poi riesce a dirle semplicemente: «Have fun», divertiti. Cosa che alla vicepresidente in carica è riuscita benissimo.
Aborti post-nascita
Uno dei temi su cui le campagne di Trump e Harris sono le più distanti possibili è l’interruzione volontaria di gravidanza. C’è molta confusione sulle posizioni dell’ex presidente, che ogni tanto dice che il limite di sei settimane per ricorrere all’aborto è troppo lungo e altre volte sostiene che si può lasciarlo così. Ma soprattutto continua a diffondere fake news, la più eclatante delle quali è che in alcuni Stati democratici si possa addirittura abortire DOPO aver partorito («in pratica giustiziare il bebè», ha detto durante il dibattito). Sul punto è stato immediatamente smentito dalla moderatrice Linsey Davis, pur non sembrando del tutto convinto.
Comizi semivuoti
Kamala Harris ha usato tutte le sue abilità retoriche che le vengono dalla carriera da avvocato e pubblico ministero per far saltare i nervi a Trump. In particolare c’è riuscita quando ha parlato dei suoi comizi, in cui secondo lei l’ex presidente parla solo dei suoi guai giudiziari e di personaggi fittizi come Hannibal Lecter mentre sempre più persone tra il pubblico lasciano questi eventi per noia o delusione. Lì Trump non ci ha visto più e si è abbandonato a un’infilata di auto-elogi, definendo i suoi “rally” come i migliori della storia. L’espressione di Harris mentre ascolta è impagabile.
Mangiatori di cani e gatti
«We need borders, we need walls» è un altro mantra ossessivo Trump, che ha fatto della lotta all’immigrazione illegale (e dell’opposizione al presunto “lassismo” democratico sul tema) uno dei temi su cui batte di più. Ovviamente nei suoi soliti modi deliranti: durante il dibattito è arrivato persino a ripetere delle teorie della cospirazione già ampiamente smentite, secondo le quali i clandestini provenienti da Haiti rapirebbero cani e gatti domestici a Springfield, in Ohio, per poi mangiarseli.
I fact checker l’hanno subito smentito ulteriormente, ma Trump non mollava il colpo: «Ho visto della gente che ne parlava in tv. Lo scopriremo».
Alieni transgender
A un certo punto Trump si è lasciato andare a un rant piuttosto sconnesso che ha messo insieme la lotta al crimine, l’estrazione di petrolio, il diritto alle armi, la sua eredità da parte del padre, ma soprattutto a un certo punto ha pronunciato una frase incomprensibile anche ai più fantasiosi: «Now she wants to do transgender operations on illegal aliens that are in prison!». Nel gergo politico americano, aliens non indica ovviamente gli extraterrestri ma gli immigrati illegali che vivono, appunto, al di fuori della legge.
In pratica Trump ha accusato Harris di voler ampliare la comunità transgender americana praticando operazioni di riassegnazione di genere nelle carceri. Nessun commento sarebbe possibile, quindi lasciamo parlare i meme.