di Camillo Langone (ilfoglio.it, 12 luglio 2023)
1779: Antonio Canova si trova in Vaticano, ed è Antonio Canova ed è devotissimo (va continuamente a messa), eppure non riconosce il Papa. Vede tre ecclesiastici avanzare ma ce ne sono tanti di ecclesiastici in Vaticano… Insieme ai suoi accompagnatori credeva «fosse forestieri che si portassero a vedere il Museo, ma avicinatossi vidimo che quello che aveva il capello rosso aveva anco le scarpe e il vestito come un frate, allora scoperssimo che quello era il Papa…».
È un appunto in italo-veneto contenuto nei preziosi Quaderni di viaggio, pubblicati ora da Historica. Nel 1779 nemmeno se frequentavi il Vaticano conoscevi le sembianze del Papa. Le sembianze del Papa non importavano molto al tempo della Cristianità, quando importavano le sembianze di Cristo. In questo tempo invece tutti sanno tutto del Papa, compresi gli artisti atei gesuiticamente invitati alle udienze in Cappella Sistina, sotto affreschi in cui non credono (come potrebbero: sulla parete è descritta la loro dannazione). Mentre Cristo è sconosciuto e snobbato. Io mi consolo leggendo i Quaderni di viaggio e visitando insieme a Canova un’Italia di chiese sempre aperte e, non essendo ancora passato il ladro da kolossal Napoleone, ancora zeppe di capolavori.