Agcom, rivoluzione nel settore della misurazione delle audience

(adnkronos.com, 16 giugno 2021)

Storica delibera di Agcom (l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni), che arriva a dare precise indicazioni d’indirizzo al settore della misurazione e rilevazione delle audience editoriali, sia televisive sia digitali, in Italia. Un indirizzo dettagliato e puntuale che arriva a porre fine a un periodo caratterizzato da querelle sulla metodologia Audiweb e il relativo utilizzo e transito dati verso Facebook; periodo che ha visto recentissimamente il fallimento della fusione fredda Audiweb-Audipress, con il conseguente annuncio da parte di Fieg di voler intraprendere in proprio la misurazione delle audience digitali. Agcom spazza via tutte queste ipotesi e litigi, puntando il dito sull’eccessiva frammentazione e non confrontabilità dell’operato di soggetti facenti capo e riferimento a stakeholder divisi per tipologia editoriale.

AgcomAgcom concede dodici mesi di tempo ai soggetti aspiranti all’operatività di misuratore indipendente (Jic – Joint Industry Committee) per potersi allineare alle direttive emanate. I principali punti richiamati nella disposizione riguardano la necessità di misurare le performance di audience di tutti i soggetti operanti, in modo da consegnare agli investitori pubblicitari (e Upa sembra avere una posizione di rilevanza rispetto a Fieg, Fedoweb e Una) una misura quanto più completa del quadro di attrazione e di comportamento delle audience: l’autorità ha ben chiaro che l’indirizzo dei capitali pubblicitari è determinante per il successo di qualunque operazione editoriale. Questo significa che per quanto riguarda le audience televisive non dovranno più essere misurati soltanto gli spettatori dei broadcaster nazionali, ma anche gli spettatori conseguiti dalle principali piattaforme di contenuti video come YouTube o Netflix e altre. Di qui, il confronto diretto tra la capacità di attrarre l’attenzione degli spettatori sia sugli schermi domestici sia su computer e smartphone.

Altra indicazione fondamentale riguarda la disponibilità dei diritti di proprietà intellettuale degli asset strategici impiegati dal Jic per realizzare la ricerca: i Jic devono poter effettuare il controllo su tutta la filiera di produzione del dato, con un ruolo di guida e indirizzo (questo chiude definitivamente la porta alla metodologia Audiweb). Fortissimo il richiamo a superare la frammentarietà del settore, auspicando una graduale convergenza tecnica e operativa, con Agcom di fatto a suggerire l’alleanza di tutti i soggetti editoriali per superare il periodo storico delle varie “mini-audi” al fine di vedere un solo soggetto indipendente, trasparente, ispezionabile che misuri le audience di carta stampata, web e televisione. Tutto questo, anche con precisi rimandi e analisi di esperienze internazionali e con un riferimento importante all’avvio della stagione cookieless che sta arrivando, suggerendo che il nuovo Jic possa essere capace di operare sui dati di prima parte.

La delibera è molto complessa e articolata, con riferimenti tecnici, e richiederà uno studio approfondito per la comprensione e per la completa previsione delle conseguenze sul mercato e sui soggetti operanti in questo settore. Agcom, con la sua delibera che auspica un Jic capace di misurare (abilitando il confronto) le audience di tutti i soggetti editoriali attivi, siano essi su carta, tv, web o piattaforme, certifica una realtà ormai consolidata: il mercato pubblicitario è unico e tutti sono concorrenti di tutti nella corsa ad accaparrarsi una fetta della torta. Perché il digitale è diventato sottomultipla comune e unificante dell’informazione e dell’intrattenimento. Questa la vera rivoluzione, dalla quale non si torna indietro.

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