Addio a Lillian Brown, makeup artist e consulente d’immagine per 40 anni alla Casa Bianca

di Giusy Dente (fanpage.it, 1° ottobre 2020)

Ricoprire una carica pubblica richiede una grande attenzione verso la propria immagine, affinché agli occhi di chi guarda l’apparenza suggerisca sempre sicurezza, affidabilità, intelligenza. La sciatteria non è ammessa, guai a presentarsi davanti alle telecamere impacciati o trasandati: bisogna essere impeccabili e risultare vincenti già al primo sguardo. Lo sapeva bene Lillian Brown, che per anni si è occupata dell’immagine di ben 9 presidenti, curando in realtà anche il loro modo di parlare, la loro dizione e il loro portamento.

The White House Photo via Brown Family
The White House Photo via Brown Family

Insomma, è stata una vera e propria consulente d’immagine per 40 anni, lavorando per Dwight Eisenhower e passando per Richard Nixon e Ronald Reagan, fino a Bill Clinton. Si sono affidate alle sue sapienti mani anche le first lady Jacqueline Kennedy ed Eleanor Roosevelt, che la preferivano a qualunque truccatore esperto. Non aveva infatti una formazione specifica in questo campo la Brown, che però sapeva esattamente cosa fare sul viso delle persone di potere che si ritrovava di fronte e lo ha fatto fino all’età di 95 anni, quando si è ritirata. È venuta a mancare lo scorso 13 settembre: aveva 106 anni.

Prima di arrivare alla Casa Bianca Lillian Brown aveva conosciuto e approfondito il mondo televisivo in qualità di conduttrice, negli anni Cinquanta. Già all’epoca si era fatta notare anche come truccatrice, occupandosi del look dei suoi ospiti prima della messa in onda. Sapeva quanto fosse importante la presentazione davanti alle telecamere. I presidenti cominciarono a chiamarla alla Casa Bianca prima delle loro apparizioni in tv, compreso il disinvolto John F. Kennedy; la Brown ha rivelato, tempo dopo, che aveva dovuto lavorare molto con lui affinché sembrasse naturale in televisione. E che dire della passione di Ronald Reagan per il rosso: fu la Brown a convincerlo che non era appropriato.

Proprio la scelta dei colori da indossare era un punto importante su cui Lillian batteva molto: no al rosso e al bianco, sì al grigio, al blu e al nero, mai righe e stampe. La sua regola fondamentale era far sì che l’abito non prendesse mai il sopravvento sulla persona. Al Times aveva detto: «Il mio obiettivo è far sembrare le persone esattamente quello che sono». Il suo kit di lavoro, in effetti, era davvero essenziale: cipria, correttore, fondotinta liquido e kleenex. Portava inoltre sempre con sé una cravatta scura, qualora la scelta del presidente fosse caduta su un modello troppo lucido, e dei calzini neri lunghi: guai a mostrare la caviglia quando si parla in diretta nazionale.

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