(wired.it, 7 novembre 2020)
Certe giornate portano davvero solo brutte notizie: prendete Donald John Trump, che oggi si è visto sfumare la riconferma alla Casa Bianca a tutto vantaggio di uno a cui dava del narcolettico (chiamandolo “Sleepy Joe”), e ciononostante ha continuato placidamente a giocare a golf in uno dei campi di sua proprietà. Se sapesse cos’altro lo aspetta, forse lancerebbe per aria le mazze o sfascerebbe il caddy: Twitter ha confermato che da gennaio l’account del presidente uscente sarà un profilo come tutti gli altri, e dovrà quindi sottostare alle regole a cui si prestano gli altri utenti.Social network preferito dal tycoon – anche se da tempo al centro della sua vena polemica per la scelta di contestualizzare le sue uscite più abrasive –, Twitter ha spiegato tramite un suo rappresentante che il prossimo 20 gennaio, quando Joe Biden diventerà ufficialmente il 46esimo presidente degli Stati Uniti, applicherà al suo profilo le stesse regole che valgono per chiunque, dal divieto di incitare alla violenza alla disinformazione sul nuovo Coronavirus.
Le policy di Twitter danno un salvacondotto speciale ai capi di Stato e ai leader mondiali: i loro tweet sono gli unici che i moderatori della piattaforma lasciano online, in virtù del loro “chiaro valore di pubblico interesse”. Il portavoce ha confermato a The Verge che «l’approccio di Twitter per i leader politici mondiali, i candidati e i funzionari pubblici è basato sul principio per cui le persone dovrebbero poter scegliere di vedere ciò che i loro politici stanno dicendo nel chiaro contesto. In questo senso possiamo applicare avvertimenti ed etichette, o limitare l’engagement di alcuni tweet. Questo framework di regole si applica ai leader in carica e ai candidati, non ai privati cittadini che non occupano più le suddette posizioni». Per questi ultimi, si passa alla rimozione dei contenuti: il 74enne Trump potrebbe trovarsi a ripensare con nostalgia ai tempi in cui i suoi messaggi violenti venivano solo contestualizzati da una label.