(ilpost.it, 21 novembre 2022)
Domenica in Iran sono state arrestate due attrici piuttosto note a livello nazionale, Hengameh Ghaziani e Katayoun Riahi, che si erano mostrate in pubblico senza velo per esprimere solidarietà a chi sta manifestando contro il regime. La loro protesta non è stata isolata: di recente diversi personaggi popolari in Iran, conosciuti per essere noti nei settori dello spettacolo, dello sport e della cultura, hanno espresso apertamente il proprio sostegno ai manifestanti, e sono stati arrestati.
Ghaziani è stata accusata di aver agito contro le autorità iraniane dopo la condivisione sulla propria pagina Instagram di un video in cui si mostrava in silenzio senza velo, si voltava di spalle e si legava i capelli in una coda (un gesto diventato simbolico delle proteste, soprattutto dopo l’uccisione di una manifestante che poco prima della sua morte era apparsa in un video mentre si legava i capelli). Ghaziani aveva accompagnato il video con queste parole: «Forse questo sarà il mio ultimo post. Da questo momento in poi, qualsiasi cosa mi succeda, sappiate che come sempre e fino al mio ultimo respiro io sto dalla parte del popolo iraniano».
Riahi è stata arrestata sulla base delle stesse accuse di Ghaziani, dopo essersi mostrata senza velo in un’intervista data all’emittente iraniana Iran International Tv e aver espresso solidarietà ai manifestanti anche in altre occasioni. Oltre a Ghaziani e a Riahi, negli ultimi giorni hanno sostenuto le proteste anche Ehsan Hajsafi, difensore e capitano della Nazionale iraniana di calcio, e Hossein Soori, capo della Nazionale iraniana di pugilato: sia Hajsafi sia Soori lo hanno fatto dall’estero, rispettivamente dal Qatar e dalla Spagna, dove si trovano per i Mondiali di calcio e per un campionato di pugilato. Soori ha detto di non aver intenzione di tornare in Iran.
Le proteste in Iran erano iniziate a settembre dopo la morte di Mahsa Amini, arrestata a Teheran perché indossava in maniera non corretta il velo islamico e poi morta mentre si trovava in carcere. In breve tempo le manifestazioni si erano trasformate in una più ampia ed eccezionale contestazione contro il regime religioso che governa l’Iran. Le autorità avevano iniziato a usare la violenza per reprimere le proteste, che però non si sono mai fermate. Secondo alcune organizzazioni per i diritti umani, ad oggi sono stati uccisi circa 400 manifestanti, tra cui 58 bambini, e sono state arrestate quasi 17mila persone. Almeno 5 sono state condannate a morte per aver partecipato alle proteste.