di Pierre Haski (France Inter / internazionale.it, 5 ottobre 2022)
Cosa rappresenta Elon Musk? Non passa giorno senza che questo miliardario cosmopolita proprietario delle automobili Tesla e dei razzi SpaceX, faccia parlare di sé. Di sicuro Musk è eccentrico e in preda alla brama di pubblicità, ma al contempo è doveroso prenderlo sul serio in quanto incarna un’evoluzione significativa, ovvero l’irruzione del privato in ambiti inusuali. È il caso della sua incursione nella sfera diplomatica, che non è certo passata inosservata.
Il 3 ottobre Musk ha pubblicato su Twitter un sondaggio con cui ha proposto ai suoi 107 milioni di follower (il quadruplo rispetto a quelli del presidente degli Stati Uniti, per farsi un’idea) addirittura un piano di pace per l’Ucraina, partendo dalla ripetizione del voto nei territori occupati dalla Russia, stavolta sotto la supervisione degli organismi internazionali. Secondo Musk sarebbe inoltre necessario lasciare la Crimea alla Russia e imporre la neutralità all’Ucraina. Come prevedibile, questi suggerimenti non sono stati apprezzati dagli ucraini. “Vai a fare in c…”, ha risposto su Twitter l’ambasciatore ucraino a Berlino, famoso per i suoi toni bruschi. Scegliendo un approccio più sottile, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha proposto un controsondaggio, naturalmente su Twitter: “Quale Elon Musk preferite? Quello che sostiene l’Ucraina o quello che appoggia la Russia?”.
Quello di Zelensky sembrerebbe uno scherzo se non fosse che, all’inizio dell’invasione russa, Musk ha fornito un aiuto concreto all’Ucraina consegnando migliaia di terminali del suo sistema satellitare Starlink. In questo modo l’Ucraina ha potuto mantenere aperte le comunicazioni, anche per il proprio esercito, senza preoccuparsi delle azioni di disturbo russe. Di recente Musk ha offerto lo stesso sostegno ai manifestanti iraniani sottoposti all’interruzione del collegamento a Internet, con la differenza che consegnare i terminali Starlink in Iran è sostanzialmente impossibile.
Ma perché quest’uomo che ha concretamente assistito l’Ucraina oggi avanza proposte assurde, a cominciare da quella di ripetere il voto in una zona ancora controllata dall’esercito russo? Probabilmente non sapremo mai cosa sia passato nella testa di Musk. Tuttavia, il fatto che un individuo così potente si sia avventurato nell’ambito della diplomazia è insolito e potenzialmente preoccupante. Numerosi attori privati – ong, istituzioni religiose, fondazioni – operano per risolvere i conflitti nel mondo, ognuno con una sua propria legittimità. Ma qual è la legittimità di Musk e del suo tentativo di influire sull’esito di una guerra della portata di quella condotta dalla Russia in Ucraina?
Musk è chiaramente quello che nel settore tecnologico viene definito un “disruptor”: ha scombussolato il mercato dell’automobile con il successo della sua vettura elettrica, su cui nessuno puntava, e ha trasformato l’industria spaziale con il suo razzo riutilizzabile. L’ultima sfida di Musk è il tentativo di acquistare Twitter per 44 miliardi di dollari, una saga che è ripartita il 4 ottobre. Se stavolta l’operazione dovesse concludersi, Musk potrà contare su un peso colossale nella galassia dell’informazione mondiale. Per tutte queste ragioni bisogna prenderlo sul serio, anche quando sembra dire idiozie.