di Simone Canettieri (ilmessaggero.it, 25 maggio 2016)
Il video dura 30 secondi. Sullo sfondo c’è l’ex gazometro, dietro un gruppo di ragazzi, davanti in primo piano lui, Roberto Giachetti.Che inizia così con note solenni: «Ora tocca a te: il tuo voto è la linfa del cambiamento, il motore della rinascita, la lettera d’amore a una città abbandonata…». Una roba molto veltroniana, verrebbe da dire, come narrazione e stile comunicativo. Se non fosse che il candidato del Pd in Campidoglio nel video si ferma e sbrocca, per dirla in romanesco, e diventa un po’ Guzzanti (ma forse semplicemente Giachetti): «No, ragazzi fermi tutti – si interrompe il vicepresidente della Camera e candidato sindaco a Roma del Pd –. A Francè ma de che stamo a parlà? Ma io sto in mezzo alla gente a parlà dalla mattina alla sera di programma, di buche, di Olimpiadi e devo sta a pensà alla lettera d’amore a una città abbandonata… ma de che stamo a parlà? Ma che so n’attore io, è na telenovela?» e abbandona così le riprese. «Ma fateme il piacere va!». Dietro Luciano Nobili, il capo staff, che lo rincorre: «No, Robe’, dai».