(ilpost.it, 23 giugno 2022)
John McAfee, il milionario statunitense noto per avere fondato la società di antivirus per computer che porta il suo nome, è morto un anno fa ma il suo corpo si trova tuttora in un obitorio a Barcellona, in Spagna: ci rimarrà fino a che non sarà chiuso il caso legale intorno alla sua autopsia. Al momento della morte McAfee si trovava nel carcere di Sant Esteve Sesrovires per alcune accuse di evasione fiscale negli Stati Uniti e un tribunale di Madrid aveva appena autorizzato la sua estradizione nel Paese. Secondo l’autopsia si suicidò, conclusione contestata dalla famiglia di McAfee che ha chiesto ulteriori esami: un giudice spagnolo ha respinto la richiesta, ma la famiglia ha fatto appello contro la decisione. Fino a che non ci sarà stata una pronuncia in merito, il corpo di McAfee rimarrà nello stesso obitorio dove fu eseguita l’autopsia.
McAfee aveva 75 anni e aveva avuto una vita molto movimentata. Dopo aver raggiunto il successo con l’omonima società che commercializzò il primo software antivirus, fondata nel 1987, fece parlare di sé soprattutto per i suoi guai giudiziari – a un certo punto fu sospettato di omicidio in Belize – e per alcune bizzarrie in cui era stato coinvolto [fino all’annuncio, all’inizio di settembre del 2015, della sua candidatura da indipendente alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti del 2016 con un partito appena fondato: il Cyber Party – N.d.C.]. Nell’ottobre del 2020 era stato arrestato all’aeroporto di Barcellona mentre si stava imbarcando per Istanbul con un passaporto britannico. In precedenza il dipartimento di Giustizia statunitense aveva emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti con l’accusa di evasione fiscale e mancata compilazione delle dichiarazioni dei redditi tra il 2016 e il 2018. L’Internal Revenue Service (Irs), l’agenzia governativa statunitense che riscuote le tasse, aveva anche accusato McAfee di non aver dichiarato 23 milioni di dollari di utili ottenuti tramite la promozione di criptovalute.
Nei successivi otto mesi McAfee era stato in carcere in Spagna, e secondo le autorità carcerarie aveva già tentato di suicidarsi quattro mesi prima della morte. Secondo la vedova, Janice McAfee, non aveva però mai avuto tendenze del genere. Oggi Janice ha diffuso su Twitter una petizione on line per fare pressione sulle autorità spagnole al fine di ottenere i resti del marito. Finora hanno firmato poco più di 1.700 persone. Un portavoce del governo catalano ha detto che solitamente non succede che corpi di persone correttamente identificati e richiesti dai familiari vengano tenuti in obitorio per così tanto tempo.