Gli “abiti parlanti” al Met Gala 2021

di Andrea Marinelli (corriere.it, 14 settembre 2021)

È stato un ritorno decisamente politico, quello del Met Gala, dopo un anno di stop dovuto alla pandemia: c’era tutto lo spettro delle battaglie progressiste al tradizionale evento di raccolta fondi del museo newyorkese, considerato l’equivalente degli Oscar per la costa Est, andato in scena lunedì con centinaia di celebrità che hanno interpretato il tema patriottico della serata In America: A Lexicon of Fashion. C’erano pop star e attori, atleti olimpici e politici, modelli, YouTuber e persino un “meme correspondent” di Instagram, sponsor ufficiale dell’evento: Saint Hoax, influencer da 2,9 milioni di follower, che ha fatto una diretta meme dal red carpet.

Ph. Salon/Getty Images/Angela Weiss/Gotham/Jamie McCarthy

Ma in un’America sempre più politica e polarizzata, al party newyorkese dell’anno — contestato sulla Quinta strada dai manifestanti per la giustizia sociale, alcuni dei quali arrestati dalla polizia — ha spiccato soprattutto il vestito bianco indossato da Alexandria Ocasio-Cortez, deputata socialista di Bronx e Queens all’esordio sul tappeto rosso del Met, che sulla schiena invitava a «tassare i ricchi»: un urlo provocatorio a caratteri cubitali rossi, un pugno nell’occhio di un evento in cui i tavoli vengono venduti a 300mila dollari e i biglietti a 35mila, arrivato proprio mentre i Democratici presentavano la bozza del piano fiscale per finanziare le grandi riforme sociali e infrastrutturali promesse dall’amministrazione Biden.

«Anche gli abiti che indossiamo sono politici, a causa di chi li ha disegnati, di chi li veste, di quello che vogliamo dire», ha spiegato Vogue, e «quest’anno molti dei partecipanti al Gala non si sono lasciati sfuggire l’opportunità di rilasciare la propria dichiarazione politica, «diffondendo messaggi sulle diseguaglianze di reddito, sul femminismo, sui diritti degli animali e sulla sessualità». Se la cantante Billie Eilish ha rivelato di aver scelto Oscar de la Renta per l’impegno della maison contro le pellicce, il vestito di Ocasio-Cortez era invece un endorsement politico anche nella scelta del designer. È stato realizzato infatti da Brother Vellies, brand locale di Brooklyn la cui fondatrice Aurora James è impegnata nelle lotte per la giustizia sociale: in seguito alle rivolte esplose lo scorso anno per la morte di George Floyd, James ha istituito il 15 Percent Pledge, una no profit che lavora per convincere i rivenditori ad avere in stock almeno un 15 per cento di prodotti realizzati da imprese afroamericane. «Non dobbiamo mai essere troppo comodi nei nostri posti a tavola, una volta che ci sono stati concessi: dobbiamo continuare a spingere avanti noi stessi, i nostri colleghi, la cultura e il Paese», ha spiegato James alla rivista. «La moda cambia, l’America cambia, e ritengo che io e Alexandria siamo una grande rappresentazione del linguaggio che questa industria deve considerare di aggiungere al suo lessico».

Un chiaro messaggio politico è stato portato anche da Carolyn Maloney, collega democratica di Ocasio-Cortez in Congresso, che ha indossato un abito viola, bianco e oro, i colori delle suffragette, con la scritta «Equal Rights for Women»: sulla borsa spiccava invece lo slogan «Era Yes», quello utilizzato nella campagna per il diritto di voto alle donne nel 1919. «In tutto il Paese», spiegato la deputata newyorkese su Twitter, «i diritti delle donne sono sotto attacco». Anche sulla pochette di Megan Rapinoe, capitana della Nazionale di Calcio femminile e attivista per i diritti di genere, arrivata con un abito rosso e una patriottica camicia blu con stelle bianche, si leggeva lo slogan «In Gay We Trust», rilettura del motto ufficiale degli Stati Uniti, «In God We Trust», adottato nel 1956. La modella Cara Delevingne indossava invece un top bianco di Christian Dior — la cui direttrice creativa Maria Grazia Chiuri è nota per esplorare femminismo e diritti delle donne attraverso i suoi abiti — simile a un giubbetto antiproiettile, con la scritta «Peg the Patriarchy», colorita espressione sessuale che non ha voluto spiegare, ma che è un invito rivolto alle donne a sovvertire le tradizionali dinamiche di potere. La direttrice di Teen Vogue Versha Sharma, infine, è arrivata con una borsa che invitava a «proteggere Roe», la sentenza della Corte Suprema che garantisce il diritto all’aborto negli Stati Uniti, messaggio — ha spiegato in un editoriale — ispirato dalla recente legge approvata in Texas.

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