Melania potrebbe essere la prima first lady ad aver posato nuda. E il tycoon la “usa” anche per conquistare il pubblico femminile
di Paolo Mastrolilli (lastampa.it, 28 gennaio 2016)
New York — Se Donald Trump verrà eletto presidente, gli Stati Uniti avranno per la prima volta nella loro storia una first lady che ha posato nuda sulla copertina di un giornale. Melania Knavs, la modella slovena che ha sposato in terze nozze, lo fece nel 2000 su Gq, proprio per celebrare la loro focosa relazione. Questo dice qualcosa sull’America che verrebbe con lui, e su come l’aspirante capo della Casa Bianca vede le donne?
Lo scontro con la «Fox»
La domanda è lecita perché Trump, fra le altre cose, ha appena annunciato che stasera non parteciperà al dibattito presidenziale fra i candidati repubblicani, ospitato dalla Fox. Motivo: non sopporta la giornalista Megyn Kelly, che sarà fra i moderatori. La disputa era cominciata nel dibattito del 6 agosto scorso, quando Megyn aveva ricordato a Donald di aver definito le donne «maiali grassi, cani, animali disgustosi», e quindi gli aveva chiesto se questo era un linguaggio accettabile da parte di un Presidente degli Stati Uniti. Lui se l’era cavata con una battuta, «mi riferivo solo a Rosie O’Donnell», e poi aveva aggiunto che la correttezza politica è il cancro dell’America. La polemica ora è sfociata nella decisione di boicottare il dibattito di stasera, ma ha pure alimentato un dibattito sulla misoginia di Trump, a cui lui ha risposto esibendo appunto Melania, la figlia Ivanka, e tutte le donne che ha assunto in posizioni dirigenziali.
Modella slovena
Melania è nata nel 1970 in Slovenia, e ha studiato architettura all’università di Lubiana. A 18 anni aveva firmato con un’agenzia di modelle milanese, e da allora la sua vita era cambiata. Nel 1998, durante la «fashion week» di New York, era andata ad una festa organizzata da Paolo Zampolli al Kit Kat Club, dove aveva incontrato Donald. Lei aveva 28 anni; lui, impegnato allora nel divorzio dalla seconda moglie Marla Maples, ne aveva 52. Poco dopo si erano sposati con una cerimonia a Palm Beach, dove lei indossava un abito di Christian Dior da centomila dollari. Ora vive nella penthouse della Trump Tower sulla Fifth Avenue, decorata in stile Luigi XIV con marmi e oro, cresce il figlio Barron avuto con Donald, e cura la sua linea di gioielli. Il marito la venera, almeno in pubblico, e la esibisce come una delle prove di quanto sia buono con le donne. Sarebbe la seconda first lady nata all’estero, dopo Louisa Quincy Adams che era entrata alla Casa Bianca nel 1825, e certamente una novità assoluta rispetto a Michelle Obama, Laura e Barbara Bush, Hillary Clinton, ma anche rispetto all’attrice Nancy Reagan.
Le donne di Donald
Donald dice che la sua storia con Melania smentisce tutte le accuse di misoginia, come pure quelle con la prima moglie Ivana e la seconda Marla, che finora hanno rifiutato di confermare le accuse di maltrattamenti insinuate dai suoi critici. È vero che Donald aveva posato sulla copertina di Playboy, nel 1980, e gestiva Miss Universo, ma per lui era tutto a fin di bene. La figlia Ivanka è l’erede designata della sua compagnia, la Trump Organization, dove il 43 per cento dei dipendenti sono donne. Nessuna società dello stesso tipo, secondo l’avvocato di Trump Michael Cohen, ha così tante signore in posizioni dirigenziali, tipo la senior vice president Rhona Graff, o la responsabile delle risorse umane Deidre Rosen. Già negli Anni Ottanta Louise Sunshine era stata vice-presidente esecutiva della compagnia, e Barbara Res aveva gestito la costruzione della Trump Tower. Anche per la corsa presidenziale Donald si è affidato ad una rappresentante del gentil sesso, Hope Hicks, che governa le sue relazioni pubbliche e in pratica fa da manager della campagna. Hope è una ex modella di 27 anni, ma questo cosa vuole dire? Donald dice di averla scelta solo perché è la migliore nel suo lavoro, come tutte le altre donne che hanno illuminato la sua vita.