Enrico Michetti, il “Tribuno della Radio” che FdI vuole sindaco a Roma

di Gabriella Cerami (huffingtonpost.it, 21 maggio 2021)

“Dai, che sei sindaco!”. Oppure: “L’uomo giusto al posto giusto”. O ancora: “Finalmente al Campidoglio una persona onesta e competente”. Riceve messaggi così, in pubblico e in privato Enrico Michetti. Chi? Sintonizzarsi sulle onde di Radio Radio e non riconoscerlo è impossibile. È una piccola grande star della conversazione radiofonica della Capitale, una sorta di The Voice che commenta tutto lo scibile e soprattutto interviene sui temi, le gioie e i dolori del vivere a Roma e dell’amministrare questa città. Radio Radio è l’emittente romana da cui risuona la sua voce in pillole quotidiane.

@RadioRadioWeb via Twitter
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Ha il suo pubblico, che pende dal suo microfono e gli manda attestati di fiducia e di fedeltà, come capita ai radiogiornalisti sportivi, ma lui non lo è (“Adoro la politica”, dice) e sono in tanti nel suo mondo che già lo vedono al Campidoglio, seduto sulla poltrona di sindaco. L’account Twitter di Radio Radio ha intanto pubblicato una foto di Michetti con tanto di sfondo della piazza michelangiolesca che domina Roma, e non lo hanno fatto ancora montare sul cavallo di Marco Aurelio ma quasi. E comunque l’immagine di Michetti è corredata dalle sue parole in bella evidenza: “Accetterei volentieri l’incarico”. Dopo il “no” di Guido Bertolaso alla candidatura a primo cittadino della Capitale e la smentita anche dall’ex ministro Giulia Bongiorno, sul tavolo del centro-destra è spuntato proprio il nome del professore romano di Diritto amministrativo e direttore di Gazzetta amministrativa. Uno che non si sente un populista ma, a detta di tutti, è capace di unire il registro alto con quello basso, il pop radiofonico con la dottrina accademica, l’indignazione per il cassonetto strabordante e le idee su come riformare la burocrazia capitolina che notoriamente ha bisogno di una rivoluzione urgente. E lui crede di avere passione e competenza per poter cambiare tutto.

La proposta arriva da Fratelli d’Italia: “Non ci sentiamo di escludere che alla fine Giorgia Meloni potrebbe proporre lui”. Michetti si dice “lusingato” per l’offerta ricevuta. La Lega invece resta un po’ perplessa, una fonte che ha in mano il dossier romano non nasconde di “averlo visto a malapena una volta”, mentre Matteo Salvini sottolinea la necessità di trovare un candidato promettente. Il tavolo del centro-destra si riunirà lunedì, ma nelle ultime ore, insieme al nome di Maurizio Gasparri proposto da Antonio Tajani, si fa largo proprio quello di Michetti, già protagonista di diversi incontri formativi con i parlamentari e i militanti di Fratelli d’Italia sulle questioni di diritto pubblico. Ma Michetti, sulle frequenze di Radio Radio, ama parlare un po’ di tutto. Anche della pandemia di Covid-19 che il 13 ottobre scorso, in uno dei suoi sfoghi, ha definito “influenza”.

“È diventato ridicolo – dice – si parla soltanto di questa influenza, particolarmente grave, per carità di Dio, in casi acuti, ma che di questo virus si faccia un programma di governo che altrimenti non avrebbe ragione di esistere è paradossale”. Secondo il professore il governo avrebbe un solo programma: il virus, con l’obiettivo di fare terrorismo psicologico affinché si abbia accesso ai fondi del Meccanismo europeo di stabilità. “Perché bisogna fare una politica del terrore? Per farci indebitare fino al collo? In Italia sono anni che si parla della mancanza di migliaia di infermieri e, in un momento come questo, sarebbe opportuno trovare delle soluzioni”. Michetti prova a darne una: “Dicono che servono 30mila infermieri, e allora bisogna andare a prendere i soldi del Mes. Scusate, noi paghiamo 3 milioni di persone per stare a casa. Tra questi non ce ne sono 30mila da poter prendere per fare un corso da infermieri?”.

È un tipo estroverso e anche autoironico. Forse non filosoficamente all’altezza di Marco Aurelio, ma convinto di saper maneggiare la Storia e l’Urbe è una metropoli intessuta di Storia: “Mi hanno definito Tribuno della Radio? È una parola nobile. Forse il momento più alto della Repubblica romana sono state le forme dei tribuni della plebe. Coloro che pensavano di dare un lavoro attraverso la distribuzione equa dei territori di conquista. Io vedo tanta nobiltà nel termine tribuno. Il tribuno è colui che sa parlare alla gente, la sa coinvolgere nelle iniziative da portare avanti”. Ma Michetti può parlare anche della fine del Partito comunista e della svolta della Bolognina: “Occhetto fu il carnefice, ma anche colui che seppe interpretare bene l’evento”. E ancora: “Sono 25 anni che la mia attività si basa nell’assistenza ai sindaci nelle procedure più complesse: trasporti, igiene urbana, piano regolatore, procedimenti amministrativi. Molti di questi sindaci sono ora in Fratelli d’Italia e hanno manifestato stima nei miei confronti”. Il riferimento è alla sua attività come consulente Anci. Stimato professore di Diritto amministrativo, ha difeso sindaci e Comuni presso Tar e Consiglio di Stato.

Insomma un nome concreto, con un robusto seguito social, che convince Fratelli d’Italia, lascia perplessa la Lega e fa storcere il naso a Forza Italia. L’Udc con Antonio Saccone lo ritiene “una persona credibile”. Francesco Storace, storico esponente della destra romana ma da poco tempo politicamente vicino a Salvini, ironizza: “Ero a San Pietro e tutti si chiedevano chi fosse quello vestito di bianco vicino a Michetti. Roma merita un grande sindaco. Non ci mortificate”. La coalizione si riunirà per trovare la sintesi nei prossimi giorni. Il cavallo di Marco Aurelio è pronto a far salire qualcuno. E Michetti è prontissimo.

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