di Zuhair al Jezairy (internazionale.it, 1° marzo 2021)
Gli iracheni hanno seguito con gli occhi sgranati le interviste a Raghad Saddam Hussein, andate in onda su un canale tv finanziato dai sauditi. Si aspettavano che svelasse nuovi segreti sul padre, legati alla sua vita e alla sua morte. Gli ultimi anni della figlia maggiore del dittatore iracheno sono stati segnati dal tragico destino della sua famiglia. Il marito, Hussain Kamel al Majid, è stato trattato da Saddam Hussein come un traditore ed è stato ucciso il 23 febbraio 1996 insieme al fratello, al padre e alla madre. Dopo essere stato in clandestinità e in carcere, Saddam Hussein è stato impiccato il 30 dicembre 2006. I suoi due fratelli, Uday e Qusay Hussein, erano stati uccisi in un attacco statunitense nel loro nascondiglio il 22 luglio del 2003.Nonostante tutte queste morti, nei cinque episodi che compongono l’intervista Raghad Saddam Hussein è apparsa con i suoi lineamenti ritoccati dalla chirurgia plastica, per mostrarsi in un insieme di forza e bellezza, come la regina egiziana Cleopatra. Nei commenti sui social network la maggior parte degli iracheni ha espresso disappunto. Secondo il giornalista libanese Khairallah Khairallah è sembrato come se “non sapesse che gli iracheni conoscono suo padre”. Raghad ha tentato di dare un’immagine di Saddam Hussein come di una persona cordiale e gentile, soprattutto con i componenti della sua famiglia, un uomo che ha vissuto ed è morto da eroe nazionale. Nel suo programma settimanale sul canale Dw Arabic il comico Bashir Ahmad ha ricordato a Raghad: “Siamo nel 2021, e tu sei rimasta a prima del 2003”, rievocando tutti i crimini commessi dal padre nei suoi 35 anni al potere.
La lunga intervista ha sollevato diverse domande. Perché Raghad Hussein è comparsa proprio ora, dopo una lunga assenza? C’entrano le elezioni irachene previste per il prossimo ottobre? Oppure bisogna considerare la politica del nuovo presidente statunitense Joe Biden nei confronti dell’Iran e dell’Iraq? Si tratta di una minaccia saudita per mostrare a Teheran che esiste un’alternativa all’attuale governo filo-iraniano? O forse l’apparizione della figlia di Saddam è un’incitazione agli ex affiliati del partito Baath a muoversi e agire? Senza dubbio Raghad, 53 anni, vuole giocare un ruolo politico nel futuro dell’Iraq. Il triste Iraq di questi giorni, governato dai partiti islamici, ricorda la Germania dopo la prima guerra mondiale, o la Turchia alla fine dell’Impero ottomano: una nazione bisognosa di un carisma che svegli le persone dall’incubo e le restituisca l’orgoglio. Alla fine della seconda puntata dell’intervista il presentatore ha chiesto a Raghad se si stesse preparando a un ruolo in politica. La sua risposta è stata: “Tutto è possibile”.