di Maria Teresa Veneziani (corriere.it, 8 novembre 2020)
Kamala Harris e le sue Converse All Stars riscrivono le regole dello stile politico tradizionale. «Come praticamente nessun’altra donna della politica prima di lei, ha trascorso gran parte della campagna indossando scarpe da ginnastica», osserva Vogue Uk. E non sono sneaker qualsiasi, bensì quelle del cuore, della gioventù, le adorate Converse All Stars, quelle tornate in auge tra le adolescenti che possono permettersi di viaggiare rasoterra. È noto, i vestiti hanno il potere di aumentare la nostra fiducia, specialmente quelli che sanno far sentire a proprio agio.Kamala Harris, però, ci mette il tocco di classe di chi la moda la sa maneggiare. E anche la combinazione delle scarpe da ginnastica con le amate “perle potenti”, al collo e al polso, contribuisce a farla sentire a proprio agio, offrendo un’immagine di sé equilibrata e organizzata. Kamala, che si propone come ispirazione per ogni ragazzina di colore, manda un messaggio anche attraverso i look anticonformisti: «Sono quel che sono. E mi va bene così. Non si può mai sbagliare essendo sé stesse».
Il 7 novembre la Harris è diventata la prima vicepresidente donna, non bianca e di origine indo-giamaicana nella storia degli Stati Uniti d’America. Sportiva, dinamica, era a fare jogging con il marito quando ha ricevuto la notizia della vittoria. Predilige i colori scuri eppure per il primo discorso alla nazione, accanto al neopresidente Joe Biden, ha calzato un paio di pump, la scarpa istituzionale, ma con tacco confort, e un total white, tailleur (Carolina Herrera) e camicetta di seta con fiocco, sottolineando così il suo impegno per i diritti delle donne. Il National Woman’s Party, organizzazione politica americana fondata nel 1913, adottò infatti il bianco, l’oro e il viola, dove il bianco è «l’emblema della purezza». Geraldine Ferraro, la prima donna a candidarsi alla carica di vicepresidente, indossava un abito bianco nel 1984 quando accettò la candidatura del Partito Democratico; il bianco venne anche scelto da Hillary Clinton nei momenti cruciali della sua corsa presidenziale, terminata quattro anni fa. A febbraio, le donne democratiche alla Camera si erano vestite di bianco per celebrare il centesimo anniversario del voto femminile: il 26 agosto del 1920 veniva approvato negli Stati Uniti il XIX emendamento della Costituzione americana, che introduceva il suffragio universale. Fu il trionfo delle “suffragette”.
«Combattente e coraggiosa», l’ha definita in un tweet il neopresidente Joe Biden. Nata il 20 ottobre 1964 a Oakland, in California, Kamala è la maggiore di due figlie. La madre Shyamala Gopalan era un’oncologa specializzata in Endocrinologia, immigrata dall’India (Tamil Nadu); il padre Donald Harris, giamaicano, è professore emerito di Economia. Bi-razziale, dunque, ma lei si definisce semplicemente americana. È sposata con Doug Emhoff, bianco ed ebreo, già padre di due bambine, che sarà il primo “second gentleman” alla Casa Bianca.«Allacciata e pronta a vincere», ha scritto Harris sotto la foto in cui, da aspirante vicepresidente, è sbarcata da un aereo in Wisconsin con un paio di Converse All Stars nere (mai viste prima ai piedi di una politica), facendo delle scarpe da ginnastica americane lo specchio di un atteggiamento positivo. È abituata a indicare la strada Kamala, è stata anche la prima donna di colore ad essere eletta procuratrice distrettuale e senatrice nella storia della California. A ottobre rieccola con le All Star alte da ragazzina a un raduno in Florida. Bianche e decorate e parlanti, come una maglietta: sulle spille attaccate alla tomaia le scritte: «Black Joy», «Stop Hate» e «Love 2020». Una moderna forma di comunicazione, un modo sicuramente originale per comunicare con milioni di sostenitori.L’atteggiamento smart casual di Kamala Harris segna una rottura con il passato, non solo nel desiderio di rompere le regole, ma probabilmente anche nel segnare un cambiamento rispetto allo stile elegantissimo e formale di Melania Trump, che ha sfoggiato la décolleté stiletto anche sui prati e si è presentata al voto per il nuovo presidente in abito Gucci logato, un paio di décolleté Christian Louboutin in vernice beige e una borsa Hermès Kelly. «Super accessoriata e griffata ma senza mascherina protettiva», hanno commentato gli osservatori. La vicepresidente intanto assicura che sbaglia chi pensa che le sue Converse siano uno specchietto per catturare le nuove generazioni. «Corro per gli aeroporti con le mie Converse» aveva replicato. «Ho un’intera collezione di Chuck Taylor: un paio di pelle nera, un paio bianco, uno in pizzo che indosso nella stagione calda e uno per l’inverno». Intanto, però, i giovani sostenitori sono scesi in strada a ballare con le scarpe della loro beniamina ai piedi.