di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 22 settembre 2020)
A parlare di strumentalizzazione politica – da cui si dissocia – è la stessa associazione che da oltre un secolo dà assistenza alle persone malate più povere. Quella maglia indossata (e sfoggiata davanti alle telecamere che attendevano il suo arrivo al seggio) da Matteo Salvini recandosi alle urne elettorali per votare al referendum è diventata un vero e proprio caso. Con un comunicato social – in cui non si cita mai espressamente il leader della Lega – la Misericordia di Ponsacco ha espresso tutto il proprio malcontento.
«Veniamo a conoscenza dai media che un politico sia andato a votare indossando la maglia identificativa della nostra Misericordia. La nostra è un’Associazione apolitica che come missione ha quella di aiutare e sostenere le Persone senza distinzione alcuna di sesso, etnia e religione. Come Misericordia di Ponsacco condanniamo questo gesto e prendiamo le distanze da chi abbia fornito impropriamente questo nostro indumento. Si tratta di una strumentalizzazione e uso improprio del marchio per scopi elettorali e questo indipendentemente dal colore politico è un grave errore. Valuteremo tutte le circostanze e qualora emergessero responsabilità, non esiteremo a rivolgerci alle sedi opportune», si legge nelle righe consegnate alla loro pagina Facebook.
Insomma, quella passerella, non è piaciuta all’ente che opera nella Valdera (in provincia di Pisa) in favore dei più bisognosi. Soprattutto, non è piaciuta la strumentalizzazione politica che ne è stata fatta. Almeno secondo le accuse da parte della stessa associazione che ha tratto queste conclusioni vedendo le immagini di Salvini al seggio elettorale.