di Bruno Ruffilli (lastampa.it, 18 settembre 2020)
Dopo molte minacce, alla fine è arrivata la decisione. Il presidente Donald Trump vieta agli utenti statunitensi di scaricare le app WeChat e TikTok, di proprietà dei gruppi cinesi Tencent e ByteDance, «per salvaguardare la sicurezza nazionale degli Stati Uniti». È quanto si legge in una nota ufficiale del Dipartimento del Commercio Usa, in cui si sottolinea che i divieti «proteggono gli utenti negli Stati Uniti eliminando l’accesso a queste applicazioni e riducendo notevolmente la loro funzionalità». «Le azioni di oggi dimostrano ancora una volta che il presidente Trump farà tutto ciò che è in suo potere per garantire la nostra sicurezza nazionale e proteggere gli americani dalle minacce del Partito comunista cinese», ha detto il segretario del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross.TikTok sarà quindi rimosso dagli app store statunitensi a partire da domenica, quando Washington si muoverà per mettere in atto gli ordini di Trump. «Sotto la direzione del presidente» spiega il segretario del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti Wilbur Ross, «abbiamo intrapreso azioni significative per combattere la dannosa raccolta di dati personali dei cittadini americani della Cina, promuovendo i nostri valori nazionali, le norme democratiche basate su regole e l’applicazione aggressiva delle leggi e dei regolamenti statunitensi». Le minacce poste da WeChat e TikTok alla sicurezza Usa, «nonostante non siano identiche, sono simili», spiega ancora il Dipartimento Usa, sottolineando che le due app raccolgono «vaste aree di dati degli utenti, incluse le attività in Rete, i dati sulla posizione e sulla cronologia di navigazione e ricerca» su Internet. Per gli Usa le app «sono parte attiva nella fusione civile-militare della Cina e soggette alla cooperazione obbligatoria con i servizi di intelligence del Pcc». Non esiste in realtà alcuna prova di quanto afferma Trump, a parte alcune indiscrezioni pubblicate dal Wall Street Journal, che, però, indicano una possibilità del tutto teorica.
Il Dipartimento Usa del Commercio fa sapere, a ogni buon conto, che «qualsiasi altra operazione proibitiva relativa a WeChat o TikTok potrebbe essere identificata in futuro». Gli Usa sono quindi pronti a nuove restrizioni, ma il Governo è anche in attesa di prendere una decisione sull’offerta proposta da ByteDance e Oracle per le attività statunitensi di TikTok, che nel frattempo commenta in una nota: «Siamo in disaccordo con la decisione del Dipartimento del Commercio, e siamo delusi dal blocco dei nuovi download da domenica e sul divieto di uso dell’app TikTok dal 12 novembre». Lo scorso 6 agosto la Casa Bianca ha emesso un ordine esecutivo per imporre la vendita di queste attività a una società statunitense. In base agli accordi proposti, però, Oracle – società Usa – sarà solo partner tecnologico della nuova società, diventandone socio di minoranza. Qualsiasi accordo dovrà essere approvato anche da Pechino. La proposta prevede che il business globale di TikTok venga trasferito in una società statunitense separata, con un consiglio di amministrazione tutto americano e un comitato di sicurezza guidato da una persona con autorizzazione di sicurezza governativa. La nuova società sarebbe inizialmente di proprietà maggioritaria di ByteDance, ma cercherebbe di quotarsi pubblicamente negli Stati Uniti. Trump ha già espresso preoccupazione per il fatto che l’applicazione rimarrebbe di proprietà cinese, mentre diversi senatori statunitensi hanno lamentato che l’accordo permetterebbe a ByteDance di mantenere il controllo dell’algoritmo che seleziona i video da mostrare a ciascun utente.
TikTok e WeChat spariranno dagli app store statunitensi a partire dal 20 settembre. Non dagli smartphone, attenzione: chi usa già le app potrà tenerle, per ora. Ma WeChat potrebbe presto diventare inutilizzabile, perché gli aggiornamenti del software non saranno più disponibili sugli store; e lo stesso vale per TikTok a meno che non venga trovato un accordo entro il 12 novembre, termine ultimo posto da Trump. Il rischio vero è che il bando possa ritorcersi contro aziende americane, com’è successo già con Huawei: l’azienda cinese non può più utilizzare il sistema operativo Android, e forse nemmeno i chip prodotti con tecnologie americane, e questo sta portando a un calo degli smartphone venduti. Ma per quelli con Android regolare Huawei pagava a Google una licenza, e dunque l’azienda di Mountain View guadagna meno per colpa di Trump. Per TikTok e WeChat il governo di Pechino potrebbe decidere di adottare una contromisura radicale: vietarne la diffusione sugli store di Apple e Google, ad esempio. Così in Cina la vendita di iPhone potrebbe calare, perché WeChat (che si chiama Weixin) è molto più di una chat: unisce messaggistica, micro-applicativi e pagamenti contactless, ed è alla base della vita digitale di centinaia di milioni di utenti che la usano per scopi diversi, dalla consegna del cibo al trasferimento di denaro.