di Elisa Messina (corriere.it, 9 luglio 2020)
L’ultima idea è un’associazione, “Realtà Italia”, che potrebbe diventare movimento politico. Non sarebbe la prima volta per l’erede di Casa Savoia. Che, tra avventure elettorali, show televisivi e spot per i prodotti più vari, ha dimostrato di avere davvero mille vite.Le olive nel drink
Ha sempre avuto l’Italia e il marketing nel cuore Emanuele Filiberto di Savoia, 48 anni, figlio unico di Vittorio Emanuele e quindi erede (anche se contestato da una fetta dei monarchici italiani) del Casato e del regno che non c’è. La sua ultima avventura si chiama “Realtà Italia” ed è una sorta di think tank di imprenditori e accademici con idee «per far ripartire il Paese». Non sarebbe la prima avventura politica del principe da quando è rientrato in Italia dall’esilio, nell’autunno del 2002. E i risultati ottenuti in passato non depongono a suo favore. Ma forse i tempi non erano maturi. La sua popolarità, nel frattempo, è cresciuta anche grazie alle frequenti apparizioni televisive. Andando indietro nel tempo, infatti, scopriamo che Emanuele Filiberto, giovanissimo, tra il 1995 e il 1996, era ospite fisso (in collegamento dalla Svizzera, dove viveva con la famiglia) di Quelli che il calcio in qualità di tifoso della Juventus in esilio. E se il blasone può essere un brand, perché non approfittarne? Eccolo quindi apparire, nel 2002, nel video pubblicitario per una nota marca italiana di olive e sottaceti. «Uno spot solare, elegante e con un pizzico di ironia» lo definì il marketing manager del marchio in risposta alle polemiche.
Il rientro, la politica e la tv
Nel novembre del 2002 Emanuele Filiberto e i suoi genitori, Vittorio Emanuele e Marina Doria, possono rientrare in Italia. Sotto il governo di Silvio Berlusconi, infatti, vengono revocate le disposizioni transitorie e finali della Costituzione che vietavano l’ingresso nel Paese agli eredi maschi di Casa Savoia. Nel 2005 crea l’associazione “Valori e Futuro”: è l’inizio dell’attività politica. Nell’Italia repubblicana. Ma sono anni difficili: suo padre è coinvolto nell’inchiesta Savoiagate del pm John Woodcock e finirà a giudizio. Bisogna aspettare il 2010 perché venga scagionato. Intanto, nel 2008, il principe inizia la sua carriera televisiva entrando nella giuria di un talent, Il ballo delle debuttanti su Canale 5. Nello stesso anno, assieme al padre, Vittorio Emanuele, chiede 260 milioni di euro allo Stato italiano come risarcimento per l’esilio.
Le nozze da re
Il 25 settembre 2003 Emanuele Filiberto e l’attrice francese Clotilde Courau si sposano a Roma, nella basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, dove già era avvenuto il matrimonio del bisnonno paterno, re Vittorio Emanuele III. La coppia ha due figlie e si è sempre divisa tra la Francia, la Svizzera (lui è cresciuto a Ginevra) e l’Umbria, a Umbertide.
Principe e ballerino
Il trionfo televisivo di Emanuele Filiberto arriva nel 2008 quando partecipa come concorrente alla quinta edizione di Ballando con le stelle, in coppia con Natalia Titova. Vince. È nata una stella. Da lì in poi, tutti lo vogliono e lui si concede. Ma nel frattempo porta avanti le attività di charity (tra famiglie reali si fa così), presenzia a eventi, tiene alto lo stemma del Casato su Raiuno e continua a provarci con la politica. Nel 2010 conduce con Pupo, Georgia Luzi e Valeria Marini il talent show I raccomandati e presenta il varietà Ciak… si canta!
Cantante e naufrago
Poteva mancare il Festival di Sanremo nel carnet di Emanuele Filiberto, diventato ormai un personaggio televisivo che è garanzia di grandi ascolti? Eccolo, quindi, nel 2010, sul palco del Teatro Ariston. Quell’anno conduce Antonella Clerici. In trio con Pupo e con il tenore Luca Canonici, il principe canta Italia amore mio: testo di Emanuele Filiberto, musica del cantautore toscano. Il trio viene fischiato dalla platea e la canzone è la prima eliminata dalla gara. Poi però viene ripescata dal televoto popolare e va in finale, classificandosi, nientemeno, seconda dopo Per tutte le volte che di Valerio Scanu. Nello stesso anno Emanuele Filiberto affianca Milly Carlucci nella conduzione di Miss Italia. E nel 2011 è tra i naufraghi dell’ottava edizione dell’Isola dei famosi.
Felpe, stemmi e altre imprese
Diverse le avventure imprenditoriali e di marketing di Emanuele Filiberto (ha frequentato la Facoltà di Economia a Ginevra e qui aveva iniziato a lavorare come consulente finanziario). Dopo il suo rientro in Italia, per esempio, si è dedicato con impegno a brandizzare i titoli di Casa Savoia per la produzione di capi d’abbigliamento. Si parte con le felpe con la corona e lo stemma diviso dallo zip (dettaglio che fece infuriare i monarchici). Poi nasce il marchio “Principe d’Italia”: ancora stemmi, nodi Savoia, corone e tricolori nei dettagli di maglie e polo. Infine arriva, nel 2014, il marchio di magliette “Prince Tees” che produce magliette dai tessuti preziosi ma low profile: basta con stemmi e corone.
Le avventure elettorali
La prima avventura politica è la sua candidatura alla Camera dei Deputati con il suo movimento “Valore e Futuro” alle elezioni del 2006. Non viene eletto e la sua lista “Valori e Futuro con Emanuele Filiberto” è ultima (4.493 voti). Il movimento politico da lui fondato, che ha il nodo Savoia nel simbolo, finisce la sua avventura. In Rete, l’ultimo comunicato stampa è datato 2006. Ma l’impegno politico è sempre tra i primi pensieri di Emanuele Filiberto. Così nel 2009, forte della vittoria a Ballando con le stelle, si candida alle elezioni europee nelle file dell’Unione di Centro. Il suo nome era terzo in lista, dopo quelli di Magdi Allam e Luca Volontè. Neanche questa volta viene eletto, ma raccoglie 22mila preferenze. La popolarità televisiva ha funzionato.
Il titolo, il brand, la pasta
Anche l’ultima avventura imprenditoriale di Emanuele Filiberto negli Stati Uniti, la ristorazione on the road con i truck che offrono pasta fatta in casa, affonda le radici nel blasone di famiglia: il nome, “Principe di Venezia”, infatti, sarebbe il titolo del principe stesso. Titolo che gli assegnò, si dice, l’ultimo re d’Italia prima di morire. Titolo che non ha alcun valore legale in Italia, ma – come abbiamo visto – ottime potenzialità di marketing.
Le sigarette elettroniche
Se lo spot delle olive aveva infastidito i monarchici, chissà cosa devono aver pensato, nel 2013, quando Emanuele Filiberto si rende protagonista di un discusso spot di sigarette elettroniche il cui copione prevedeva alcune battute infelici come: «Il fumo fa fare più sesso». E altre allusioni politicamente poco corrette.
La discesa in campo
Nel novembre del 2019, sul suo profilo Facebook, Emanuele Filiberto si lancia un vero discorso alla nazione con l’hastagh #irealistannotornando. E fa il suo discorso come se parlasse da uno dei salotti di Buckingham Palace: foto di famiglia, stucchi, arazzi… «Ho il dovere di annunciare ufficialmente il ritorno della famiglia reale». Ma anche questa è una trovata pubblicitaria, svelata dall’altro hastagh #Adv. Nel giugno del 2020, però, annuncia per davvero la nuova discesa in campo con “Più Italia”: un think tank che coinvolge il nipote dell’ex presidente francese François Mitterrand, Frédéric Mitterrand, già ministro francese della Cultura: «Mi sono deciso a far qualcosa di concreto per nostra Italia». Peccato che dovrà, nel giro di pochi giorni, rimettere in discussione il nome stesso dell’associazione: esiste già un movimento politico con quel nome e ha come simbolo una fiamma tricolore. Così il principe annuncia la nascita di “Realtà Italia”. Il nodo Savoia ritorna nel simbolo. Si annunciano webinar e dibattiti di livello per il futuro dell’Italia. Ma è storia di questi giorni.