di Mario Manca (vanityfair.it, 30 maggio 2020)
Se c’è una cosa che alcuni rimproveravano a Taylor Swift negli anni passati era di non schierarsi dal punto di vista politico. La popstar inizialmente pensava che a parlare dovesse essere solo la sua musica, ma l’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti l’ha portata a prendere posizioni nette in favore del fronte democratico. Dapprima con il sostegno a Hillary Clinton nella campagna presidenziale e poi con una serie di critiche alla politica di The Donald in materia di immigrazione e diritti delle minoranze, incitando i giovani a fare la differenza.L’ultima in ordine di tempo riguarda il caso di George Floyd, l’afroamericano che ha perso la vita il 25 maggio perché schiacciato a morte da un poliziotto di Minneapolis ora incriminato di omicidio di terzo grado. «Dopo aver alimentato il fuoco con la supremazia bianca e il razzismo per tutta la durata della tua presidenza hai pure la faccia tosta di fingere superiorità morale e minacciare violenza? “Se iniziano i saccheggi, si spara”. A novembre ti cacceremo via» scrive senza mezzi termini Taylor Swift su Twitter, incontrando una risposta incredibile da parte del pubblico: più di 400mila retweet e più di 2 milioni di like hanno, infatti, accompagnato lo sfogo di TayTay contro il presidente che, poche ore prima, aveva aspramente criticato i disordini di Minneapolis seguiti alla morte di Floyd. «Se ci sono difficoltà, assumeremo il controllo. Ma quando parte il saccheggio, si inizia a sparare» aveva cinguettato Trump mentre Twitter censurava il suo commento bollandolo come incitamento all’odio.
La risposta di Taylor Swift, netta, precisa e senza sovrastrutture, rappresenta l’ennesima dimostrazione di protesta da parte di uno star system sempre meno tollerante nei confronti del presidente Trump che, a novembre 2020, si candida per il secondo mandato contro il democratico Joe Biden che una buona fetta di artisti vorrebbe vedere alla Casa Bianca. Il discorso sul supporto delle star ai politici è abbastanza controverso e discusso: quando la stessa Swift si schierò dalla parte della Clinton, molti analisti sperarono che il suo altissimo numero di follower potesse essere persuaso dal non votare Trump una volta dentro la cabina elettorale. Le cose, come sappiamo, sono andate diversamente. Ma chissà che il dissenso di Taylor, insieme a quello di mostri sacri come Meryl Streep, che in passato Trump lo ha criticato direttamente dal palco dei Golden Globe, non possa in qualche modo smuovere le coscienze. Almeno questa volta.