di Enzo Boldi (giornalettismo.com, 14 gennaio 2020)
Sono invecchiati, ma neanche troppo. Eppure, anche nel 2020, due attori del calibro di Joe Pesci e Daniel Stern continuano a essere “scambiati” per ladri e truffatori anche fuori dalle scene cinematografiche. È la bufala dei finti idraulici, uscita per la prima volta nel 2016 e tornata in auge sui social nel periodo natalizio con quasi diecimila condivisioni.I due attori, noti per aver fatto coppia in Mamma ho perso l’aereo (in entrambi gli episodi), sono stati vittime di una fake news nata, ovviamente, per fare ironia. In molti, però, hanno preso la notizia sul serio parlando – quasi inevitabilmente, visti i tempi che corrono – di «risorse boldriniane». «ATTENZIONE!!! Questi due uomini stanno andando in giro per la Provincia di Salerno, dicendo di essere due idraulici e chiedendo di entrare a casa tua per controllare i rubinetti per eventuali perdite! Non devi assolutamente farli entrare!!! Uno dei due ha come segno di riconoscimento un dente d’oro. SI PREGA DI CONDIVIDERE, SONO PERICOLOSI». Questo si legge nella versione salernitana, ma messaggi uguali sono apparsi sui social cambiando solamente la città di riferimento (dal Piemonte alla Puglia, passando per Sardegna e Campania). Con tanto di scatto in allegato.
Il riferimento ironico di questa bufala dei finti idraulici sta nella foto e nella questione dei rubinetti. Nel primo capitolo del film Mamma ho perso l’aereo, infatti, Joe Pesci e Daniel Stern facevano la loro prima comparsa in scena – interpretando i due ladri che poi se la vedranno, perdendo, con il piccolo Kevin McCallister – proprio mentre effettuavano un furto in casa. Prima di scappare con la refurtiva, lasciavano aperti i rubinetti per far allagare le abitazioni. Insomma, come spiega bufale.net, anche nel 2020 c’è ancora chi non sa distinguere un post palesemente ironico dalla verità. In molti, infatti, hanno commentato sarcasticamente; altri, invece, hanno preso sul serio la notizia gridando allo scandalo: «E non li hanno ancora fermati?». Tra l’altro, questa bufala ha una genesi molto in là nel tempo: comparve su Facebook per la prima volta nel 2016. Quattro anni fa. E c’è ancora chi ci casca.