(adnkronos.com, 8 novembre 2019)
Il muro che ha diviso in due la città di Berlino per 28 anni, dal 13 agosto del 1961 fino al 9 novembre 1989, ha ispirato in quasi 60 anni moltissimi film, non tanto incentrati sul Muro in sé ma sulla divisione della città e delle “due” Germanie. Il primo, datato proprio 1961, è la commedia di Billy Wilder Uno, due, tre!Ispirata a uno spettacolo teatrale di Ferenc Molnár, racconta le peripezie dell’americano McNamara, dirigente dello stabilimento di produzione della Coca-Cola a Berlino. McNamara, che da tempo ambisce alla più prestigiosa direzione di Londra della Coca-Cola, accetta dal suo superiore diretto di Atlanta, Mr. Hazeltine, di ospitare a Berlino per qualche settimana la giovane figlia Rossella. Le due settimane programmate diventano due mesi e McNamara scopre ad un certo punto che il suo autista Fritz è stato ingaggiato da Rossella, la quale si fa condurre ogni sera alla Porta di Brandeburgo (dove passa il confine per Berlino Est) e si fa poi ricondurre a casa all’alba successiva. Quando McNamara è già disperato, Mr. Hazeltine gli annuncia di essere in arrivo a Berlino per riprendersi la figlia. Ma non basta: poco dopo Rossella gli annuncia di aver conosciuto un giovane studente comunista e di averlo sposato a Berlino Est. McNamara si adopera a quel punto per far arrestare Otto dalla Polizia russa per attività anti-sovietiche e far distruggere il certificato di matrimonio. Ma alla notizia dell’arresto di Otto, Rossella sviene e il medico chiamato ad assisterla rivela che la ragazza è incinta…
Un altro classico della filmografia sulla Berlino divisa è La spia che venne dal freddo (1965), diretto da Martin Ritt e tratto dall’omonimo romanzo di John Le Carré. La sezione di Berlino Ovest dello spionaggio britannico, diretta da Alec Leamas (interpretato da Richard Burton), non è stata ben gestita. In seguito alla morte di un suo informatore, avvenuta a un posto di blocco, Leamas viene richiamato a Londra da Controllo, capo dello spionaggio, e retrocesso da agente sul campo a grigio burocrate della sezione bancaria dell’agenzia. In realtà Controllo sta organizzando la trasformazione di Leamas in un personaggio apparentemente dedito all’alcolismo, depresso, con un misero impiego presso un istituto culturale, sperando che i servizi segreti del blocco comunista prendano contatto con lui e vaglino la sua disponibilità a operare per loro… E così accadrà.
Tra le spy-story ambientate “intorno” al Muro, non si può non citare Il sipario strappato, diretto nel 1966 da Alfred Hitchcock, con Paul Newman e Julie Andrews. Dove Newman è un fisico americano che va a lavorare con scienziati comunisti nella Germania dell’Est, ma in realtà vuole servire il suo Paese da infiltrato.
Sempre del 1966 è Funerale a Berlino, diretto da Guy Hamilton e girato in prossimità del Muro, vicino al notissimo Checkpoint Charlie. È il secondo di una serie di cinque film di spionaggio realizzati tra gli anni Sessanta e Novanta, nei quali l’attore Michael Caine incarna la spia del Secret Intelligence Service Harry Palmer, personaggio creato dalla fantasia di Len Deighton. Il colonnello Stok, un alto ufficiale del servizio di spionaggio sovietico del Kgb responsabile della sicurezza di un settore del Muro, sembra voler disertare e passare all’Ovest, ma le indicazioni sono contraddittorie. L’agente Harry Palmer viene inviato dal suo capo Ross a valutare l’offerta. Agirà in collaborazione con il capo della sezione di Berlino, Johnny Vulcan: quest’ultimo, tra i due, è il più propenso a credere alla buona fede dell’alto ufficiale sovietico.
Christiane F. – Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino (1981), diretto da Uli Edel, racconta la vera storia della scrittrice e musicista tedesca Christiane Vera Felscherinow ed è tratto dall’omonimo libro scritto dalla stessa Christiane con due giornalisti. La pellicola immerge lo spettatore nel degrado sociale vissuto da Berlino Ovest negli anni Ottanta, tra stupefacenti, povertà e nichilismo. E racconta una Berlino divisa non soltanto da un muro.
Anche l’agente più famoso di Sua Maestà ha avuto il suo da fare con il Muro. In particolare in Octopussy – Operazione piovra (1983), diretto da John Glen e tredicesimo film della saga di 007 (sesto e penultimo interpretato da Roger Moore). James Bond è incaricato d’indagare sulla scomparsa del collega 009, ucciso da due gemelli lanciatori di coltelli, mentre rientrava dalla cortina di ferro, dove stava indagando su un traffico di gioielli falsi.
Impossibile, poi, non citare Il cielo sopra Berlino, il film del 1987 diretto da Wim Wenders. Una favola che racconta dei sogni e delle aspirazioni di persone che vivono su fronti opposti. Il film non è solo la storia di due angeli che vagano per la città osservandone abitanti e luoghi ma, più in generale, è una riflessione sul passato, presente e futuro di Berlino.
Ci sono poi film che arrivano a raccontare la caduta del Muro. Uno di questi è Il silenzio dopo lo sparo, del 2000, diretto da Volker Schlöndorff. La pellicola racconta di una banda di terroristi social-comunisti proveniente dalla Repubblica Federale Tedesca che si organizza per effettuare delle rapine nelle banche di altri Paesi dell’Europa capitalista, tra cui la stessa Germania Ovest e la Francia. Successivamente all’evasione di un componente della banda da una prigione, i giovani rapinatori entrano in contatto con la Stasi, la polizia segreta della Repubblica Democratica Tedesca (Ddr). Dopo uno scambio di opinioni e di vedute, i giovani rapinatori formano un’alleanza segreta con alcuni membri della Stasi. La banda, ricercata in Francia e nella Germania Ovest, chiede di essere supportata nello spostare le proprie attività a Beirut. Ma al momento della partenza Rita, da sempre affascinata dalla Germania socialista, decide di uscire dalla banda per continuare a vivere la propria vita nella Germania Est. Da quel momento inizierà per lei una nuova vita in incognito, nella continua paura di essere riconosciuta. Le difficoltà arrivano nel momento in cui, nel 1989, crolla il Muro. Da questo momento Rita sarà ricercata dalla polizia di tutta Europa e non avrà più la copertura della Stasi, i cui agenti verranno ricongiunti con quelli appartenenti alla polizia federale tedesca.
Altro film che arriva a raccontare il momento della caduta del Muro è il divertente Good Bye, Lenin!, del 2003. Diretto da Wolfgang Becker, racconta la storia di una grande sostenitrice della causa del proletariato che crede nei vantaggi del comunismo. La donna entra in coma e si risveglia dopo otto mesi. Ma, in quel frangente, è caduto il Muro di Berlino e il figlio cerca di “proteggerla” dalla notizia.
È invece incentrato sulla Berlino Est tenuta fermamente sotto controllo dalla Stasi Le vite degli altri, il film del 2006, diretto da Florian Henckel von Donnersmarck, che ha vinto l’Oscar come miglior film straniero. Ambientato nel 1984, racconta della rete di spionaggio che ascoltava tutto e rendeva impossibile la vita a dissidenti e artisti.
È dedicato a uno dei luoghi simbolo della Berlino divisa Il ponte delle spie, film del 2015 diretto da Steven Spielberg con protagonista Tom Hanks. Ambientato durante gli anni della Guerra Fredda, narra il caso dell’arresto e del processo con conseguente condanna della spia sovietica Rudoľf Abeľ, incentrandosi sulla trattativa e lo scambio di Abel con Francis Gary Powers, pilota di un aereo-spia Lockheed U-2 che era stato abbattuto, catturato e condannato dai sovietici. Lo scambio avvenne sul Ponte di Glienicke, per questo poi denominato “ponte delle spie”. Nel 1961 il ponte fu chiuso al traffico, essendo posto sulla linea di demarcazione fra Berlino Ovest e la Germania Est e alle sue due estremità furono collocati due posti di controllo dei militari delle due parti. Con la caduta del Muro, venne definitivamente riaperto al transito il 10 novembre 1989.