di Filippo Ceccarelli («Il Venerdì», suppl. a «la Repubblica», 1° giugno 2018)
Dai più minuziosi ricercatori di pelo nell’uovo, i vari Dottori Sottili tipo Terracini o Giuliano Amato, al proverbiale cinismo andreottiano del pelo sullo stomaco, la formazione della classe dirigente repubblicana non ha mai contemplato la pubblica depilazione a sfondo narcisistico e pedagogico – ed eccotela qui sotto.Prima un bel ciuffone sotto l’ascella e in sei mosse, straaap, l’appagato sollievo dopo il tormento della ceretta di governo. Vedi un po’ come cambiano apprendistati e cursus honorum! Chi aspirava al potere veniva un tempo dalle galere, dall’emigrazione, dagli oratori; poi dal governo delle città, dalle lotte in fabbrica, dall’occupazione delle terre; quindi dal funzionariato di partito e dal rango specialmente democristiano dei portaborse; e ancora dalla trincea aziendale berlusconiana. Il capo della Comunicazione cinque stelle Rocco Casalino proviene invece dal Grande Fratello e dalla scuderia televisiva di Lele Mora. Erano i primi anni 2000 e in questo archeo-servizio illustrato di Dipiù uno degli uomini che hanno partecipato al tavolo da cui la settimana scorsa è uscito il Contratto per il governo del cambiamento offrì allora in visione il suo giovane corpo seminudo spiegando che la depilazione rispondeva all’ideale della perfezione classica; e con il soccorso dei Bronzi di Riace e del Davide di Michelangelo confermò la sua decisa avversione ai peli, pure avvalorandola con l’integrale rasatura di Walter Nudo all’indomani del trionfo all’Isola dei famosi. Ma pure al netto dei consigli tecnici, fra i quali trovò posto la considerazione che «chi bello vuole apparire, un poco deve soffrire», nessuno intende qui fare lo spiritoso; né contestare la scelta epilatoria di Rocco come un fatto di igiene, eleganza e sensualità; tantomeno sarebbe utile o dilettevole avventurarsi in fumosi sociologismi sull’omologazione fra i generi. Resta che Casalino, di recente menzionato anche dal New York Times, è oggi uno degli uomini potenzialmente più influenti d’Italia; e se con qualche motivo Enrico Mentana si è preoccupato di non schiacciare il personaggio sulla storia della sua presenza al Grande Fratello, è altrettanto ragionevole che in un’analisi sull’odierna e caotica situazione politica Giulianone Ferrara l’abbia proclamato «il primo depilato d’Italia». Che poi nulla viene mai dal nulla se perfino Giulio Cesare, secondo il gossip di Svetonio, «si faceva anche depilare (sed velleretur etiam), tanto da esserne da taluni rimproverato (ut quidam exprobraverunt)». E comunque, per la storia e per la gloria, nella scheda ufficiale del Grande Fratello alla voce «Cosa dicono di Rocco Casalino» si leggeva: «Uno stronzo che si fa volere bene». E come sua massima aspirazione: «Diventare primo ministro».