di Alessandra Baldini (ansa.it, 10 agosto 2018)
“Vogue” in Black. Per la prima volta in 126 anni, complice Beyoncé, un fotografo nero scatta le copertine del mitico September Issue, il numero più voluminoso dell’anno per la rivista diretta da Anna Wintour. Mentre oltre Atlantico, su “Vogue Uk”, è Rihanna a fare da cover-girl, la prima donna di colore nella storia del magazine ad occupare la prima delle oltre quattrocento pagine dell’edizione britannica di cui Edward Enniful, 46 anni, del Ghana, è da pochissimo diventato direttore al posto di Alexandra Schulman.La rivoluzione era stata anticipata in Italia: nel luglio 2008 Franca Sozzani mise in piedi un numero “all black” con Liya Kebede, Sessilee Lopez, Jourdan Dunn, e Naomi Campbell su una serie di copertine, più circa cento pagine di modelle di colore fotografate da Steven Meisel. Stavolta, per “Vogue Usa”, è stata una combinazione di fattori che ha portato a scegliere il giovanissimo Tyler Mitchell, appena 23 anni e, tra le molte gallerie di foto importanti, una serie per “Teen Vogue” dedicata agli attivisti anti pistole-facili. Mitchell è entrato in gioco dopo che il movimento #MeToo aveva fatto tabula rasa dei suoi colleghi più anziani e famosi: alcuni grandi fotografi di casa a Condé Nast come Bruce Weber e Mario Testino (che già aveva fotografato “Queen Bey” per Vogue nel 2009) sono stati messi all’indice nello scandalo delle molestie sessuali. Dall’altro ha contato anche la determinazione della potente regina del rock di aprire la strada a giovani artisti di talento: «Fino a quando non ci sarà un mosaico di diverse prospettive ed eticità dietro l’obiettivo continueremo ad avere una visione ristretta di cosa è veramente il mondo», ha spiegato la diva sposata con Jay-Z. Non ci sono solo le foto a fare notizia: nel testo che accompagna le immagini, Beyoncé rivela di esser stata sovrappeso durante la gravidanza («pesavo cento chilogrammi») e sottoposta a un parto cesareo di emergenza quando sono nati i suoi ultimi due figli, i gemelli Rumi e Sir. La sua salute, a fine gravidanza, e quella dei bambini, era finita a rischio per la preeclampsia. Il destino che accumuna Beyoncé a Serena Williams, anche lei messa a rischio-vita da un embolo dopo aver dato alla luce la figlia Olympia, ha riaperto un dibattito sui tassi di mortalità materna negli Usa, particolarmente alti soprattutto tra le donne nere.