di Emiliano Morreale («Il Venerdì», suppl. a «la Repubblica», 23 maggio 2014)
Dagli archivi di cinema, a distanza di decenni, continuano a riemergere lavori ignoti o perduti, curiosità e tesori. Così, da una serie di ritrovamenti effettuati dalla Cineteca Nazionale negli ultimi due anni, può capitare di scoprire che, mentre Eduardo De Filippo promuoveva sornione il Piano Marshall, suo fratello Peppino propagandava l’unione tra gli Stati europei.Partire è un po’ morire, si chiama il cortometraggio interpretato da Peppino nel 1951: un film comico di fantascienza, ambientato nel futuro. Nel 2001, molto prima di Kubrick, e raccontando una prosaica odissea non spaziale ma burocratica. Il film comincia con un televisore (elemento di fantascienza già quello: in Italia la tv sarebbe arrivata dalla fine del ’54) e una voce che annuncia, dopo le previsioni del tempo per viaggiatori diretti sulla Luna: “Vi trasmettiamo ora una comica di cinquant’anni fa, quando viaggiare dall’una all’altra delle nazioni in cui era divisa l’Europa era un’impresa rischiosa e complicata”. Da lì inizia una serie di disavventure del povero Peppino, alle prese con la ricerca di un passaporto, tra code infinte, estrazioni di numeri tipo gioco del lotto, faldoni che volano via col vento. Una versione mutila di Partire è un po’ morire, un film dieci minuti prodotto per propagandare l’idea degli Stati Uniti d’Europa, si trovava all’Archivio del Movimento Operaio e Democratico. Ma il ritrovamento del negativo originale e integrale (che conteneva appunto il prologo e l’epilogo fantascientifici) ha permesso di capire di cosa si trattasse, oltre a rivelare il titolo del film e i suoi autori. La regia è «di Mondaini», che con ogni probabilità è Giaci Mondaini, umorista del periodico Bertoldo e padre di Sandra. La fotografia invece è di Gianni Di Venanzo, destinato a essere uno dei più grandi direttori della fotografia del nostro cinema, da Otto e mezzo ai Soliti ignoti, da L’eclisse a Salvatore Giuliano. Le riprese sono effettuate all’interno del Centro Sperimentale di Cinematografia. Questo ritrovamento arriva alla fine di una serie di altri «oggetti» simili curiosamente riemersi nell’ultimo paio d’anni. Già si conosceva il cortometraggio di invito al voto che Eduardo aveva fatto nel ’48: invito ad andare a votare, non a votare per un partito specifico. Ma, ovviamente, la maggiore affluenza favoriva i partiti con meno militanti, e infatti il cortometraggio era stato promosso dai Comitati Civici di Gedda, braccio armato della Democrazia Cristiana. In quel filmato Eduardo stava al balcone col suo caffè, riprendendo il celebre monologo della commedia Questi fantasmi!, e lo stesso format sarebbe stato poi utilizzato, un paio d’anni dopo, in un altro monologo, stavolta per promuovere il Piano Marshall, girato probabilmente sul set di Napoli milionaria (1950). Uno sketch di propaganda anche questo, ma talmente ironico e sornione da risultare inservibile per la politica, tanto che non verrà mai utilizzato e rimarrà sconosciuto fino al 2012, quando è stato ritrovato alla Cineteca Nazionale durante il progetto di salvataggio delle copie infiammabili. Monologo, questo era il titolo, presentato al Festival di Roma, è stato poi pubblicato in un libro+dvd (Eduardo e il suo Monologo, a cura di Sergio Bruno, Rubbettino – Cineteca Nazionale). E quando il libro era già uscito è venuto fuori un altro di questi piccoli film politici targati De Filippo. Qualche mese fa sono stati depositati in Cineteca i film dell’Ufficio Cinema della Democrazia Cristiana, tra i quali è stata rinvenuta una bobina intitolata Sogno e realtà. Era un altro invito al voto di Eduardo, ma non un monologo, bensì un piccolo episodio onirico, in cui si festeggiava la vittoria di un fronte sull’altro (ma non si diceva quale). Anche questo film era rimasto ignoto, e probabilmente venne scartato all’epoca perché politicamente poco spendibile. E infine, tra i film di Antonio Iannotta, produttore di documentari negli anni ’50, depositati in Cineteca l’anno scorso, è stato rinvenuto anche il film di fantascienza europeista di Peppino. Questi titoli ci aprono una finestra su mondi ancora in parte da studiare: le case di produzione quasi parastatali di documentari, legati alle provvigioni governative; le produzioni legate ai partiti o alla propaganda per il governo; i proiezionisti itineranti che, come banditori medievali o cantastorie, battevano la Penisola per propagandare le virtù del Piano Marshall. Eduardo era un uomo di sinistra, da senatore a vita si iscriverà al gruppo della Sinistra Indipendente e negli anni ’70 guarderà con simpatia ai gruppi extraparlamentari. In quegli anni, se collabora con la Democrazia Cristiana (seppure senza schierarsi troppo) è, forse, più che per convinzione o convenienza politica, anche per il rapporto di stima che lo legava a certi uomini della Dc nel cinema, come il produttore Turi Vasile. Peraltro, anche Titina farà un cortometraggio di propaganda, Considerazioni di Titina (oggi perduto). Ma lei, fervente cattolica, era assai più vicina alla Dc, che le offrì anche un posto in lista alle elezioni comunali di Napoli. E Peppino? Il suo cortometraggio è il più apolitico e surreale di tutti, estroso e fiabesco. Un perfetto spot per l’Europa unita: e infatti il Ministero dei Beni Culturali ha deciso di ri-usarlo con questo scopo, mettendolo onIine sul sito della Direzione Cinema per tutto il semestre di presidenza italiana dell’Unione Europea.