Ksenia, la «Paris Hilton russa», contro Putin

di Chiara Pizzimenti (vanityfair.it, 20 ottobre 2017)

È la figlia, vera, del padre, politico, di Vladimir Putin. Ora anche lei scende in politica, contro però l’attuale presidente russo. Ksenia Sobchak, 36 anni a novembre, si candida alle presidenziali del prossimo marzo. «La mia partecipazione alle elezioni potrebbe davvero essere un passo avanti verso la trasformazione del nostro Paese, di cui c’è tanto bisogno» ha scritto in una lettera al quotidiano economico Vedomosti confermando la sua discesa in campo.Ksenia_SobchakNegli anni si sono sprecate le definizioni per la figlia dell’ex sindaco di San Pietroburgo, Anatoli Sobchak. È stata chiamata la «Paris Hilton russa» ed è stata indicata come una «socialite» dell’opposizione. Di mestiere fa la giornalista e la presentatrice tv. Non vecchia maniera però. Su Instagram la seguono in più di 5 milioni e la sua discesa in campo è stata annunciata con un video su Youtube. Capelli sciolti, occhiali, una camicia larga, il tutto ripreso in quella che sembra essere casa sua. Una cucina elegante, ma non sopra le righe. Un ambiente da medio-alta borghesia, non da Paris Hilton. Un po’ più Paris sono le foto sull’account Instagram: si passa dallo yoga alle sfilate parigine, dai ristoranti più costosi agli yacht. Insomma, sogno e realtà per mostrarsi agli elettori: puoi essere come me, ma io sono già come te. Si descrive come una candidata che si oppone allo status quo, alla situazione attuale, una candidata capace di dare all’opposizione una voce e ringiovanire l’ormai anziano parco politico russo. Lei è sotto i quaranta e con un bambino piccolo. In più interviste tv ha detto che ha annunciato la sua candidatura a Putin e che non le è sembrato contento. Detto con le parole del portavoce del presidente: «La signora Sobchak è una persona di talento, ma deve conoscere il sistema. La politica è campo completamente diverso dal giornalismo e dal mondo dello spettacolo». Il suo slogan è «contro tutti» perché neanche all’opposizione è ben vista. Ovviamente perché è un’avversaria in più, ma anche per le sue origini così vicine al Cremlino, quasi fosse una falsa candidatura progettata per dividere ulteriormente la parte che si oppone al presidente. Il punto è che una vera opposizione non c’è. Putin governa da diciotto anni, da presidente o primo ministro, e anche alle prossime elezioni di marzo non sembra avere rivali, anche se non ha ancora annunciato la sua candidatura. Il fronte opposto a lui è frammentato e perseguitato. Sergey Udaltsov, attivista da poco uscito di prigione, paragona la candidatura a quella del milionario Mikhail D. Prokhorov nel 2012. Il padrone dei Brooklyn Nets non voleva essere presidente, serviva come paravento di democrazia per Putin. Il principale leader dell’opposizione Aleksei Navalny non può partecipare alle elezioni perché coinvolto in inchieste giudiziarie. Lui ha fatto campagna politica lo stesso, finendo arrestato. Ksenia Sobchak vorrebbe il suo sostegno, dal suo gruppo politico è già arrivato un no. Troppo glamour per quell’elettorato. La svolta all’opposizione della candidata Sobchak non è di oggi. Dopo essersi unita alle proteste contro Putin del 2012 non è più apparsa sulla tv ufficiale russa. Qualcuno ha visto la sua candidatura come un modo per uscire dagli stretti confini della tv via cavo Rain che attualmente la ospita. Una star insomma, non una leader di partito. Solo che un partito le serve per la candidatura, uno che sia all’interno della Duma, il Parlamento russo, oppure deve raccoglie trecentomila firme nelle quaranta regioni russe. Deve combattere anche il pregiudizio: secondo un sondaggio riportato dal New York Times, il 53% degli intervistati sarebbero contrari a una donna alla guida della Russia.

Spread the love