(ilpost.it, 12 dicembre 2024)
La rivista statunitense Time ha scelto come persona dell’anno il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, che aveva ricevuto lo stesso riconoscimento nel 2016, quando fu eletto presidente per il suo primo mandato. «La rinascita politica di Trump non ha eguali nella storia statunitense», ha scritto il giornalista di Time Eric Cortellessa.
«Il suo primo mandato si è concluso in disgrazia, con i suoi tentativi di ribaltare i risultati delle elezioni del 2020, culminati nell’attacco al Campidoglio. È stato snobbato dalla maggior parte dei funzionari del partito quando ha annunciato la sua candidatura alla fine del 2022, nel mezzo di molteplici inchieste penali. Poco più di un anno dopo, Trump ha sbaragliato il campo Repubblicano, aggiudicandosi una delle primarie presidenziali più rapide della storia. Ha trascorso sei settimane durante la campagna elettorale in un’aula del tribunale di New York ed è stato il primo ex presidente a essere giudicato colpevole per un crimine, un fatto che non ha intaccato il suo consenso. Il proiettile di un assassino gli ha mancato il cranio di pochissimo. […] Nei quattro mesi successivi, ha sconfitto non uno ma due oppositori Democratici, ha conquistato tutti e sette gli Stati in bilico ed è diventato il primo Repubblicano a vincere il voto popolare in vent’anni. Ha riallineato la politica statunitense, rimodellando il partito e lasciando i Democratici a fare i conti con ciò che è andato storto».
Il premio di “Persona dell’anno” – che fino al 1999 era chiamato “Uomo dell’anno”, ma a un certo punto lo si vide come riduttivo, oltre che discriminatorio – viene dato ogni anno dal settimanale statunitense Time a una persona, un gruppo, un’idea o un oggetto che «nel bene e nel male ha influenzato di più gli eventi di quell’anno». Per tutto il Novecento è stata un’efficace idea di comunicazione promozionale per Time, una rivista che oggi però ha perso molta della sua centralità e autorevolezza.
Non è un riconoscimento a un lavoro svolto, ma lo è soltanto della rilevanza che ha avuto quel personaggio nel corso dell’anno. Nel 2015 tra i finalisti c’era Abu Bakr al-Baghdadi, il capo dello Stato Islamico, arrivato dietro alla cancelliera tedesca Angela Merkel: e in passato erano stati scelti sia Stalin sia Hitler. Lo scorso anno la rivista indicò come persona dell’anno la cantante statunitense Taylor Swift, e l’anno prima il presidente dell’Ucraina Volodymyr Zelensky. Nel 2020 erano stati scelti Joe Biden e Kamala Harris, che quell’anno avevano battuto Trump e il candidato vicepresidente Mike Pence alle elezioni presidenziali.