(ilpost.it, 7 dicembre 2024)
A fine novembre X, l’azienda di proprietà di Elon Musk che gestisce l’omonimo social network, ha presentato un’obiezione contro la cessione dell’account del famoso sito complottista Infowars al giornale satirico The Onion, che l’aveva acquistato in un’asta fallimentare il 14 novembre. Secondo l’obiezione, il tribunale dovrebbe impedire il trasferimento dell’account di Infowars su X a The Onion perché il profilo in questione non sarebbe di proprietà di Alex Jones – il conduttore radiofonico di estrema destra e fondatore di Infowars – ma dell’azienda di Musk.
Nel testo del documento, gli avvocati di X hanno sostenuto che i termini di servizio dell’azienda concedono agli utenti una «licenza» per l’uso della piattaforma, ma che l’azienda rimane «proprietaria ultima» dell’account, e di conseguenza può farne ciò che vuole. Secondo l’obiezione, insomma, l’account di Infowars non è mai stato di proprietà di Jones, e di conseguenza non può essere ceduto come parte del suo patrimonio.
Infowars era in vendita perché il suo proprietario e fondatore – Jones, appunto – aveva dichiarato bancarotta nel 2022 dopo che gli era stato ordinato di pagare quasi 1,5 miliardi di dollari di risarcimenti alle famiglie delle vittime della sparatoria alla scuola elementare Sandy Hook. Le famiglie lo avevano citato in giudizio per diffamazione dopo che Jones aveva per anni definito la sparatoria una bufala finalizzata a ridurre la circolazione delle armi da fuoco negli Stati Uniti, portando peraltro molte persone a minacciare e infastidire le famiglie delle vittime per anni. L’intenzione di The Onion è trasformare Infowars in un sito «molto divertente e molto scemo» con posizioni tendenzialmente progressiste, allontanandolo quindi molto dai suoi storici contenuti.
Negli ultimi anni, il trasferimento degli account social delle aziende in caso di cessione o bancarotta è diventato una prassi sostanzialmente consolidata. Per esempio, gli accessi agli account social della testata Vice e la sua pagina YouTube sono stati passati alla nuova proprietà, Fortress Investment Group, nel processo di cessione, e nessuna azienda tecnologica coinvolta ha presentato un’obiezione.
Nell’obiezione, invece, gli avvocati di X sostengono che pochissimi tribunali fallimentari abbiano affrontato esplicitamente la questione della proprietà degli account sui social network e, quando l’hanno fatto, si sono concentrati sul fatto che a possedere un profilo fosse uno specifico individuo all’interno di un’azienda o l’azienda in sé. In questo contesto, l’obiezione afferma che esiste «l’innegabile realtà che sono le società di social media, come X, le uniche parti a esercitare un controllo davvero esclusivo sugli account degli utenti». Nel testo poi si legge, in maiuscolo, «X POSSIEDE GLI ACCOUNT X». Essendo quindi «l’unico proprietario» dell’account di Infowars, nel documento l’azienda dice di non acconsentire alla vendita del profilo.
La posizione di X non è nuova: da anni le società che gestiscono i social network ribadiscono in vari modi il proprio controllo su tutti i contenuti pubblicati sulle piattaforme. Il fatto di poter avere il controllo dei propri dati è, peraltro, uno dei temi al centro della lenta diffusione di social network decentralizzati e alternativi come Mastodon e il più recente Bluesky. A essere molto inusuale è, però, la decisione di Musk di rivendicare il controllo sugli account X per quelli che sono fini sostanzialmente personali e politici.
Musk e Jones hanno da tempo un rapporto personale stretto e posizioni politiche comuni, e da settimane Jones si diceva molto contrario alla vendita del sito a The Onion, al punto che sta cercando di cambiare il risultato dell’asta e far sì che il sito venga acquistato da un’azienda a lui vicina. Dopo la pubblicazione dell’obiezione, lo stesso Jones ha ringraziato pubblicamente Musk per «essere venuto in sua difesa».