(ilpost.it, 21 novembre 2024)
Oggi la polizia federale del Brasile ha accusato formalmente l’ex presidente Jair Bolsonaro di aver tentato un colpo di Stato dopo le elezioni che furono vinte dal suo avversario Luiz Inácio Lula da Silva. Dopo quasi due anni di indagini, la polizia federale ha accusato l’ex presidente di estrema destra e altre trentasei persone. Ora il procuratore generale brasiliano, Paulo Gonet, dovrà decidere se rinviare a giudizio gli accusati o archiviare l’indagine.
L’8 gennaio 2023 migliaia di sostenitori di Bolsonaro occuparono con la violenza l’edificio del Parlamento, della Corte suprema e altri palazzi istituzionali brasiliani per protestare contro il risultato delle elezioni. L’ex presidente ha sempre negato un proprio coinvolgimento nell’assalto, così come di aver tentato un colpo di Stato e di aver cercato di rimanere al potere dopo la sconfitta elettorale del 2022.
Secondo le indagini della polizia federale, quando era ancora presidente Bolsonaro avrebbe discusso della possibilità di compiere un golpe insieme ad alcuni funzionari dell’esercito, ministri e consiglieri del suo governo. Sempre secondo le indagini, scrive il quotidiano O Globo, il colpo di Stato non si sarebbe compiuto perché i comandanti dell’esercito e dell’aviazione non erano d’accordo: entrambi hanno testimoniato davanti alla polizia.
Da quando non è più presidente, Bolsonaro è stato indagato anche per altre vicende. Nel giugno del 2023 inoltre la Corte suprema elettorale del Brasile, il massimo tribunale che si occupa di questioni elettorali, lo ha dichiarato ineleggibile per otto anni, quindi anche per le prossime elezioni presidenziali, previste per il 2026, in quanto responsabile di abuso di potere e diffusione di informazioni false, due violazioni delle leggi elettorali.