Joshua Kimmich si è pentito di aver protestato durante i Mondiali in Qatar

Ph. Robert Cianflone / Getty Images

(ilpost.it, 14 novembre 2024)

Mercoledì 13 novembre il capitano della Nazionale maschile di calcio della Germania, Joshua Kimmich, ha detto che lui e i suoi compagni di squadra non avrebbero dovuto «esprimere posizioni politiche» durante il Mondiale di calcio del 2022 che si è tenuto in Qatar. All’epoca la Nazionale tedesca aveva protestato contro il divieto imposto dalla Fifa all’utilizzo delle fasce da capitano arcobaleno, pensate come messaggio contro le discriminazioni di genere e a favore dell’inclusione delle persone appartenenti alla comunità Lgbtq+.

I calciatori tedeschi avevano posato per la foto di rito prima del calcio d’inizio della loro partita contro il Giappone con una mano davanti alla bocca, e la Federazione tedesca aveva pubblicato un comunicato in cui diceva che i calciatori volevano usare la fascia «per difendere i valori che rispettiamo nella nostra Nazionale: diversità e rispetto reciproco»: «negarci la fascia equivale a negarci una voce». A Kimmich, che nel 2022 non era il capitano della squadra e lo è diventato a inizio settembre, era stato chiesto se la squadra intendesse prendere posizione anche in occasione dei prossimi Mondiali, dato che nel 2026 verranno ospitati dagli Stati Uniti (dov’è appena stato eletto il Repubblicano Donald Trump) e nel 2034, probabilmente, dall’Arabia Saudita, di cui sono note le pratiche di repressione dei diritti delle donne, delle opposizioni politiche e dei diritti Lgbtq+.

Kimmich ha risposto che a posteriori la squadra «non ha presentato un’immagine molto buona della Germania nel suo complesso» nemmeno nel 2022: «In generale, noi giocatori dovremmo difendere determinati valori, soprattutto io come capitano della Nazionale. Ma d’altra parte, esprimere posizioni politiche non è il nostro lavoro. Ci sono gli esperti per farlo. (…) Abbiamo cercato di esprimerci politicamente e questo ha tolto un po’ di gioia al torneo».

La protesta del 2022 era legata anche al fatto che in Qatar, come in altri 63 Paesi del mondo, le relazioni omosessuali sono illegali. Al contrario, da tempo varie federazioni di calcio nazionali europee stanno conducendo campagne a favore della comunità Lgbtq+, riconoscendo il fatto che i calciatori non si sentono a proprio agio nel dichiarare il proprio orientamento sessuale per via degli abusi che potrebbero ricevere sia dai tifosi sia da qualche compagno di squadra. «Ho la sensazione che in Germania e nei Paesi occidentali abbiamo opinioni che riteniamo universali e pensiamo dovrebbero valere ovunque. Ma come Paese abbiamo anche noi dei problemi, e forse sarebbe bene concentrarci su quelli», ha detto Kimmich.

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