di Carlos Passerini (corriere.it, 10 luglio 2024)
Tre-zero-quattro. Il gesto con le dita di Lamine Yamal è inequivocabile. Ed è un messaggio forte, che va ben oltre il calcio. Lo fa ogni volta che segna un gol. Come ieri sera contro la Francia nella semifinale dell’Europeo. Ma a chi è rivolto? 304 sono le ultime cifre del codice postale (08304) del suo quartiere, Rocafonda, nella città di Mataró, nell’area metropolitana di Barcellona.
È lì che è cresciuto il bambino d’oro del futbol spagnolo e mondiale, nato il 13 luglio 2007. Rocafonda è stata definita dal partito spagnolo di estrema destra Vox un «estercolero multicultural» (letamaio multiculturale). Un quartiere non semplice, popolare, fra i più poveri del Paese, caratterizzato da una forte presenza di immigrati, provenienti soprattutto dall’Africa. Suo padre Mounir è marocchino, mentre sua madre Sheila Ebana viene dalla Guinea Equatoriale. Durante l’ultima campagna elettorale a Mataró, nel maggio del 2023, Mounir è stato multato di 546 euro per aver assaltato un gazebo di Vox e aggredito un simpatizzante che ha dovuto risarcire con 110 euro per la rottura degli occhiali. Il video circola ancora sul Web.
A Rocafonda Lamine è cresciuto, giocando a calcio nelle strade dopo la scuola. A sette anni è entrato alla Masia, la leggendaria accademia del Barcelona. Ha debuttato col Barca all’età di 15 anni, 9 mesi e 16 giorni. Il più giovane della storia del club. Ed è a Rocafonda che torna appena può: «Nel mio quartiere continuo a sedermi sulla panchina con i miei amici», ha raccontato. Sull’ingresso della Panaderia arabica, la classica bottega di quartiere, un punto di riferimento per tutti, c’è un suo murales. «Éste es mi barrio» (Questo è il mio quartiere) ribadisce con orgoglio il baby campione.