di Giorgia Olivieri (vanityfair.it, 23 gennaio 2023)
Partiamo dalla fine. Stando a quanto riportano le cronache, William non ha ancora indossato un check principe di Galles. Benché detenga il titolo da mesi, finora ha scelto di non seguire le orme di chi l’ha preceduto nel ruolo, più o meno lungo, di erede al trono d’Inghilterra. Ma cosa c’entra un pattern così amato dalla moda con i reali? Ecco svelata la storia di come è nato il principe di Galles.
Carlo III, da sempre giudicato uno degli uomini più eleganti del pianeta, lo ha indossato di frequente nei lunghi anni di attesa al trono. Ma a contribuire al successo del principe di Galles si possono citare anche James Bond (da Sean Connery in Dalla Russia con amore a Daniel Craig in Skyfall), i Beatles, Cary Grant e Steve McQueen, e anche Ronald Reagan che, per avere scelto quel pattern per un completo indossato per una visita in Germania nel 1982, in madrepatria fu giudicato dalla stampa «poco presidenziale». Il merito di aver dato fama imperitura al tipico intreccio ripetuto di quadri di varia dimensione, tra cui uno scacco pied de poule, non va a Carlo ma ai suoi predecessori, quelli che sarebbero diventati rispettivamente Edoardo VII (1841-1910) ed Edoardo VIII (1894-1972).
Loro, di fatto, l’hanno consegnato alla storia. Chi lo ha «inventato» nel 1840 sarebbe stata una tessitrice dell’Inverness-shire, tale Elizabeth McDougall. Almeno così dice The Scottish Register of Tartans, chiamandolo Glenurquhart Estate Check. Il registro cita a sua volta il testo scritto nel 1968 da E.S. Harrison Our Scottish District Checks, che dettaglia il perché di quel nome. La trama fu adottata in quegli anni dalla contessa di Seafield, Lady Caroline, proveniente dalla Nuova Zelanda, per i guardiacaccia della sua tenuta di Glen Urquhart. Essendo a sua volta tessitrice, c’è chi attribuisce a lei la trama; ma chi ha messo mano al telaio per prima pare sia stata Elizabeth McDougall, del vicino villaggio di Lewstone. Ospite di quella tenuta era Bertie, figlio della regina Vittoria, un altro che con Carlo condivide la sorte di essere stato un eterno erede al trono.
Il futuro re Edoardo VII, scoperto il Glen Check, decise di farne uno dei cavalli di battaglia del suo stile. Chi invece lo consacrò davvero dalle parti di Savile Row fu suo nipote, quell’Edoardo VIII che abdicò nel dicembre del 1936 dopo essere salito al trono solo all’inizio di quello stesso anno. Al di là delle vicissitudini dinastiche, Edoardo (poi duca di Windsor) è stato un dandy celebrato ancora oggi. Con lui il principe di Galles (o “Glen plaid”, com’è noto negli Stati Uniti) diventa sinonimo di eleganza non solo per quanto riguarda la moda maschile ma, successivamente, anche femminile.
I puristi potrebbero avere da ridire dal momento che tra il Glen Check e il principe di Galles ci sarebbero delle differenze di colori e di incroci, di posizionamento degli scacchi e di dimensioni. Tuttavia se vediamo quella caratteristica trama, caratterizzata prevalentemente dal bianco e dal nero, non abbiamo dubbi sul come definirla. Inoltre è bene sottolineare che, nonostante il nome possa trarre in inganno, l’origine del pattern è scozzese e non gallese.
In seno alla famiglia reale, Carlo III non è il solo ad aver apprezzato il principe di Galles. La stessa principessa Diana è stata ritratta almeno un paio di volte con capi realizzati con tessuti con quegli specifici scacchi. In tempi più recenti, invece, Kate Middleton ha sfoggiato vari capi in principe di Galles. E così ha fatto nel periodo da working royal anche Meghan Markle. Più per moda che per rispetto della tradizione, a giudicare dagli outfit. Forse è per questo che il discreto William non ha ancora infilato una giacca che conquisterebbe subito le prime pagine dei giornali. Sono già abbastanza i titoli che lo riguardano suo malgrado, a causa di quel fratello chiacchierone che ha pubblicato il best seller Spare. Un capo di abbigliamento può tranquillamente aspettare il momento giusto per uscire dall’armadio.