Archivio mensile:Luglio 2022

“Irrelevant”, il nuovo singolo di Pink

(ilquotidianoitaliano.com, 19 luglio 2022)

Alecia Beth Moore, in arte Pink, è tornata con un nuovo brano inedito. Si chiama Irrelevant ed è disponibile su tutte le piattaforme streaming dal 15 luglio. La cantautrice e attrice, reduce da un successo di 40 milioni di album venduti e 70 milioni di singoli in tutto il mondo, si è sempre distinta per l’interesse ai temi sociali. Il singolo Irrelevant ha un significato importante, che invita i suoi ascoltatori a difendere la propria libertà di parola e il diritto di espressione. Il tema centrale della canzone è l’importanza dell’ascolto attivo e del rispetto di qualunque opinione. Come la stessa Pink afferma nel ritornello “potrebbe essere irrilevante, insignificante” ma il pensiero di qualunque persona non può essere ignorato e non deve essere giudicato. Per questo utilizza il riferimento al passaggio nel Vangelo “Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei”, sottolineando l’importanza di non alimentare il pregiudizio razziale o comportamenti di odio ingiustificato verso le minoranze.

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«Hasta la vista, baby!»: così ha salutato Boris Johnson

(ilpost.it, 20 luglio 2022)

Il primo ministro britannico dimissionario Boris Johnson ha tenuto mercoledì il suo ultimo discorso davanti al Parlamento: con fare piuttosto spigliato, nonostante il modo turbolento in cui è stato costretto a dimettersi un paio di settimane fa, Johnson ha fatto alcune raccomandazioni al primo ministro che governerà dopo di lui e poi, prendendo a prestito una frase dal film Terminator 2 ha salutato dicendo: «Hasta la vista, baby!». Johnson rimarrà ancora primo ministro per tutta l’estate, ma quella di mercoledì era la sua ultima apparizione in Parlamento (ha partecipato all’equivalente del nostro “question time”) prima che l’assemblea cominci la pausa estiva. All’inizio di settembre, poi, dopo primarie interne al Partito Conservatore, sarà scelto il suo successore per la leadership del partito e per la carica di primo ministro.

Afp

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«Avete studiato la storia?». Il celebre incontro tra Stalin e Ėjzenštejn

di Giacomo Galanti (huffingtonpost.it, 2 maggio 2022)

«Avete studiato la storia?». «Più o meno». Comincia così il celebre incontro al Cremlino tra Iosif Stalin e Sergej Michajlovič Ėjzenštejn. È l’inizio del 1947 e il grande regista russo sta preparando il secondo episodio della trilogia su Ivan il Terribile. Si tratta dell’ultimo film che girerà. I tempi dei capolavori come La corazzata Potëmkin e Ottobre sono lontani. Quando addirittura, per un momento, durante un suo viaggio negli Stati Uniti, sembra possa iniziare una carriera a Hollywood su richiesta della Paramount. Ma non se ne fa nulla. Ėjzenštejn torna in patria, e attraversa il periodo delle purghe e del terrore staliniano. Tuttavia, il dittatore sovietico nei confronti del maestro prova una specie di stima. Se così non fosse difficilmente Ėjzenštejn sarebbe riuscito a terminare qualche anno prima, in piena seconda guerra mondiale, il primo episodio della trilogia. Anche con un dispendio di risorse non da poco.

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Per capire il destino dei 5 Stelle bastavano gli outfit

di Giulio Silvano (ilfoglio.it, 12 luglio 2022)

Dove son finiti i tempi in cui la sinistra si criticava perché troppo elegante, gli anni in cui Fausto Bertinotti veniva lapidato per un maglioncino di cachemire (che si difese dicendo “era usato!” e poi iniziarono a regalargliene, anche le operaie, per solidarietà o sberleffo). I tempi in cui lo spin doctor di François Mitterrand, Jacques Séguéla, consigliava al futuro presidente di mettersi degli abiti un po’ più stropicciati, un po’ più consunti, per avere il favore del popolo in campagna elettorale, riservando l’eleganza formale (che gli donava eccome) solo a certe occasioni, come le nozze di Carlo e Diana. Con il nuovo turn-out elettorale in Francia, i membri del nuovo gruppo Nupes sono arrivati al Palais Bourbon un po’ troppo casual, tanto che il sociologo Mathieu Bock-Côté ha detto: “Non ci si presenta in maniche di camicia all’Assemblée Nationale”, così come “non ci si presenta in bermuda e infradito a un colloquio di lavoro”.

Ph. Alessandro Di Meo / Ansa

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Libri come accessori

(ilpost.it, 25 aprile 2022)

Qualche giorno fa, in un articolo del New York Times, il giornalista Nick Haramis ha raccontato che a Los Angeles si parla dell’esistenza di un professionista che i personaggi famosi pagherebbero per scegliere al posto loro i libri da leggere, o meglio: quelli con cui comparire in pubblico e farsi fotografare, indipendentemente che li si legga o no. Il compito del o della “book stylist” non sarebbe infatti di consigliare delle letture ma di trattare i libri come fossero vestiti, borse e gioielli, come degli accessori insomma, da accordare alla celebrità o all’influencer in questione. Al momento non si sa chi si serva del suo aiuto – scoprirlo rovinerebbe il senso del suo lavoro – e, scrive Harris, la sua identità «come nei finali più inquietanti della letteratura, rimane un mistero». Non è certo la prima volta che i libri sono trattati solo dal punto di vista estetico o per suggerire una certa idea intellettuale di sé: per esempio, i professionisti a cui rivolgersi per riempire la libreria di casa in base alle tonalità del soggiorno esistono già.

Mega / Tmz

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Le Clinton protagoniste di uno show in streaming su Apple TV+

(adnkronos.com, 14 luglio 2022)

Hillary Clinton e sua figlia Chelsea saranno le protagoniste di una docuserie che andrà in onda a partire dal 9 settembre su Apple TV+, il servizio in abbonamento di Apple con contenuti originali tra film e telefilm. Gutsy, questo il titolo della serie, celebra figure femminili di ispirazione, e prende il nome dal libro delle Clinton, The Book of Gutsy Women, già best seller del New York Times. Hillary e Chelsea intervisteranno una serie di donne tra artiste, attiviste, leader e donne comuni con storie importanti. I nomi che sono stati annunciati finora sono quelli di Kim Kardashian, Megan Thee Stallion, Jane Goodall, Gloria Steinem, Wanda Sykes, Amy Schumer, Goldie Hawn, Kate Hudson. Secondo Variety, la serie è stata ordinata a dicembre del 2020 da Apple, e sarà prodotta da HiddenLight Productions, di proprietà di Hillary Clinton. Chelsea sarà produttrice con la madre.

Ph. Joe McNally / Apple TV+

Storia breve e avventurosa del pigiama

di Manuele Menconi (esquire.com, 3 aprile 2022)

Io resto a casa, o meglio #iorestoacasa. Dopo più di due anni la moda lavora ancora su questa ineludibile presa di posizione, anche se nel frattempo siamo usciti. Quella del leisurewear è una tendenza che si sta prolungando oltre la curva massima registrabile su un fenomeno e che rapidamente è sconfinato all’interno di altre tipologie del vestire, per alterarne le caratteristiche. Dal post-lockdown la maggior parte dei designer ha proposto collezioni con una modellistica revisionata, articolata su tagli più ampi e proporzioni generose per il corpo, tanto nel classico quanto nel casual e nello sportswear; anche i tessuti sono cambiati, più morbidi, naturali, in colori caldi e senza stampe, a enfatizzare un senso diffuso di protezione.

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È morta Ivana Trump

(ilpost.it, 14 luglio 2022)

È morta a 73 anni Ivana Trump, ex moglie di Donald Trump. A dare la notizia sono stati la sua famiglia e l’ex marito, che non hanno specificato le cause della morte. Donald Trump in un comunicato ha scritto che «Ivana Trump è venuta a mancare nella sua casa di New York City». Il suo nome da nubile era Ivana Marie Zelníčková ed era nata in Repubblica Ceca (allora Cecoslovacchia). Negli anni Settanta emigrò dalla Cecoslovacchia comunista grazie al passaporto austriaco ottenuto dopo aver sposato un suo amico austriaco, Alfred Winklmayr. Prima si trasferì in Canada e poi negli Stati Uniti, dove si sposò con Donald Trump nel 1977: i due costituirono la coppia più glamour e celebre della New York degli anni Ottanta. Ivana assistette l’allora marito in molti suoi famosi progetti, come la Trump Tower di New York e il casinò di Atlantic City, il Trump Taj Mahal.

Ph. Pascal Le Segretain / Getty Images

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Alain Delon va a Kyiv a declamare versi di libertà

di Mauro Zanon (ilfoglio.it, 13 luglio 2022)

Ai tempi dell’Unione Sovietica l’attuale ambasciatore ucraino a Parigi, Vadym Omelchenko, come molti dei suoi connazionali, poteva soltanto desiderare, sognare la Francia attraverso il cinema. «Quando avevo sette anni, mia mamma mi ha portato a vedere un film, Il Tulipano nero», ha raccontato Omelchenko a TV5 Monde. Nella pellicola del 1964, firmata da Christian-Jaque, il protagonista è Alain Delon che interpreta due gemelli nascosti sotto una stessa maschera: uno onesto, irreprensibile, ma inetto, l’altro cinico, spietato, ma abilissimo nella scherma, oltre che nelle alcove (tra le protagoniste femminili c’è Virna Lisi). L’eroe mascherato del Tulipano nero incarnato da Delon motivò Omelchenko a dedicarsi alla scherma. «Ho praticato questo sport per dieci anni», ha dichiarato l’ambasciatore ucraino a Parigi, prima di aggiungere: «All’epoca sovietica, quando c’era la Cortina di Ferro, immaginavamo la Francia grazie al cinema. Uno dei volti era Alain Delon».

Ph. Mike Marsland / WireImage

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Una comfort zone ovattata e rassicurante. La tv di Stato russa prima e dopo la guerra

di Francesca Lazzarin / Memorial Italia (huffingtonpost.it, 11 luglio 2022)

“Forse, per capire dove ci stavamo spingendo, avremmo dovuto guardare più spesso la tv”, mi scrive sgomento un amico e collega, giovane docente universitario russo, due giorni dopo il 24 febbraio. Perché lui preferisce canali privati e progressisti come Dožd’ (conosciuto in Europa come Tv Rain, che ha chiuso forzatamente i battenti pochi giorni dopo l’inizio della guerra tra Russia e Ucraina) e la televisione di Stato russa non l’ha mai seguita in vita sua, snobbandola e sminuendone erroneamente il potere manipolatorio. “Puoi vedere la televisione russa in Italia? Se puoi, guardala, lì ti spiegano le cose come stanno. Così capirai anche tu che non c’è niente di cui preoccuparsi”, mi dice invece tutta tranquilla e sicura, sempre due giorni dopo il 24 febbraio, un’affabile signora russa a cui impartisco lezioni di Italiano e che inaspettatamente si rivela una sostenitrice della “operazione speciale”, al di là della sua laurea in Storia dell’arte e della sua profonda conoscenza del barocco romano.

Bloomberg / Getty Images

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