Archivio mensile:Marzo 2021

Dal sakè Biden ai jeans Romano Prodi: quando i marchi hanno i nomi dei politici

di Stefano Mentana (tpi.it, 12 gennaio 2021)

A partire dalla scorsa estate un particolare sakè prodotto dalla distilleria giapponese Mii No Kotobuki ha iniziato ad avere un’impennata di richieste dagli Stati Uniti, vendendo in un mese il triplo delle bottiglie rispetto a tutto l’anno precedente. Dopo l’iniziale sorpresa, gli addetti alle vendite si sono accorti che la ragione di tale successo era dato dal nome del sakè, chiamato Hojo Biden, proprio come quel Joe Biden che avrebbe di lì a poco sfidato Donald Trump alle presidenziali americane. La bevanda non si chiama così per ragioni di marketing: il nome Hojo Biden gli era stato dato nel 1996, quando Biden era “solo” un senatore del Delaware, e significa in giapponese qualcosa di simile a “crescita prolifica della bellezza pastorale”.marchi-politici Continua la lettura di Dal sakè Biden ai jeans Romano Prodi: quando i marchi hanno i nomi dei politici

Ecco dove erano finite le Sardine: Mattia Santori in una serie americana sul cibo italiano

di Veronica Di Benedetto Montaccini (tpi.it, 1° marzo 2021)

Le Sardine tornano, ma a colpi di mortadella. Mattia Santori, il leader del movimento delle Sardine, riappare sulle scene dopo essere scomparso dai radar per un po’ e questa volta si fa vedere sullo schermo, in un episodio di una docuserie americana sul cibo italiano, Searching for Italy, al fianco dell’attore Stanley Tucci, che andrà in onda sulla Cnn. Prima che il nostro Paese fosse travolto dall’emergenza Coronavirus, nel pieno delle campagne elettorali per le elezioni regionali, il movimento nato in opposizione alla Lega in Emilia Romagna era al centro del dibattito politico. Ma anche dell’attenzione mediatica, con diversi esponenti delle Sardine, in primis il leader Mattia Santori, che spesso e volentieri apparivano nei salotti della tv.StanleyTucci-MattiaSantori Continua la lettura di Ecco dove erano finite le Sardine: Mattia Santori in una serie americana sul cibo italiano

E se distinguere Vero e Falso su Internet fosse semplicemente impossibile?

di Stefano Piri (esquire.com, 12 febbraio 2021)

Nel gennaio del 1976 l’irruzione di un nuovo personaggio ravviva l’immaginario politico americano, ancora sbiadito dopo l’epocale perdita d’innocenza del Watergate. A portare agli onori delle cronache colei che presto sarà nota a ogni onesto lavoratore americano come Welfare Queen è il candidato alle primarie repubblicane Ronald Reagan, ex governatore della California, ex presidente del sindacato degli attori di Hollywood e soprattutto ex divo dei western anni Quaranta: uno che sa come si costruisce un personaggio, insomma. «A Chicago hanno scoperto questa donna: se ne andava in giro su una Cadillac e usava 80 nomi, 30 indirizzi e 15 numeri di telefono per raccogliere buoni pasto, pensioni sociali, pensioni da veterano per quattro mariti inesistenti morti in guerra. Il suo reddito non tassabile, da solo, arrivava a 150mila dollari all’anno».

RepresentUS
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Hillary Clinton si riscopre scrittrice

(huffingtonpost.it, 24 febbraio 2021)

Una segretaria di Stato di fresca nomina con il compito davanti a sé di ricostruire la leadership americana dopo anni di diminuita influenza all’estero viene subito messa alla prova da un’ondata di attentati terroristici che rischiano di destabilizzare l’ordine mondiale. Se il soggetto sembra familiare, una ragione c’è: State of Terror, il nuovo thriller politico della giallista canadese Louise Penny, ha una co-autrice di eccezione, Hillary Clinton. In un inconsueto esempio di collaborazione, il romanzo a quattro mani sarà pubblicato il 12 ottobre da Simon & Schuster e St. Martin’s Press, che sono poi le rispettive case editrici della Clinton e della Penny. Le due sono amiche da tempo e non hanno mai nascosto l’ammirazione reciproca.

ETXStudiopic
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Storia del Coccoluto Radicale

di Luca Roberto (ilfoglio.it, 2 marzo 2021)

Si racconta che quando lo avvicinò Marco Pannella, i due non potevano apparire più distonici, come pescati da universi diametralmente opposti. Eppure il leader radicale, lo ha raccontato all’emittente di partito il suo storico braccio destro, il torinese Sergio Rovasio, “pur non essendo esperto di musica da discoteca, di Coccoluto capì che aveva di fronte un grand’uomo, dalla grande fama”. Tutto ebbe inizio, quasi per caso, con una manifestazione davanti al Pantheon, a metà degli anni Novanta. Il dj cassinate, che era già esondato dall’ambito di notorietà del solo clubbing per diventare una figura di culto, decise di aderire a una manifestazione dei Radicali di cui non ci si ricorda né il contenuto né le rivendicazioni. “Era da sempre vicino alle nostre iniziative. Lo faceva col piglio del militante”, racconta Marco Cappato, che ha avuto modo di coinvolgerlo negli appuntamenti dell’Associazione Luca Coscioni.

Ansa
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I talk e i social: ora Dibba fa il prof

di Ruggiero Montenegro (ilfoglio.it, 25 febbraio 2021)

Riecco Alessandro Di Battista. Mezzo rivoluzionario e mezzo giornalista, un po’ turista e un po’ scissionista, poi professore di giornalismo e da ieri anche docente di comunicazione politica. È questa l’ultima impresa del Che Guevara grillino, che pochi giorni dopo aver annunciato di abbandonare il Movimento, in dissenso con la scelta di sostenere Mario Draghi, sale in cattedra per spiegare le dinamiche social della politica, come si sta in tv e nei talk show. “Arrabbiarsi nella comunicazione funziona, innervosirsi mai. Bisogna trasformare lo stress in energia, quando andavo da Floris funzionava così”. L’occasione per il prof. Dibba è stata un corso di comunicazione politica organizzato da Marco Venturini, un consulente che in questi anni ha lavorato con Nicola Morra e con altri esponenti del M5S per preparare le ospitate tv e il public speaking dei grillini, come si legge sul curriculum che si trova anche sul sito del Miur.

Ansa
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LeBron punge Ibra: «Niente politica? L’ha fatta anche lui»

di Davide Chinellato (gazzetta.it, 27 febbraio 2021)

Zlatan chiama, LeBron risponde. Sorride James, a petto nudo dopo aver guidato i Lakers alla vittoria su Portland, quando nella conferenza stampa post partita via Zoom gli viene chiesto se vuole rispondere alle critiche di Ibrahimović. Lo svedese del Milan aveva detto di non sopportare quando un atleta, raggiunto un certo status, parla di politica. Proprio come fa LeBron, che ha fatto da tempo del motto More than an athlete, più di un semplice atleta, uno dei suoi modi di essere che lo rendono probabilmente l’atleta più famoso del mondo. Uno che le punzecchiature di Zlatan le rispedisce al mittente. Con classe e un sorriso. «Divertente che queste parole vengano da lui, perché nel 2018 in Svezia ha fatto le stesse cose» dice LeBron, arrivato evidentemente preparato.

Afp – Reuters
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Il giocatore di hockey russo che sta sfidando Vladimir Putin

di Andrea Costanzo (linkiesta.it, 27 febbraio 2021)

La carriera di Artemij Panarin è cambiata nel momento in cui ha iniziato a giocare con i New York Rangers. Non solo per il contratto da ottanta milioni di dollari in sette anni firmato nel 2019, ma anche per l’esposizione mediatica garantita da una delle franchigie più importanti della National Hockey League (Nhl) americana. Da quando gioca a New York le sue dichiarazioni hanno assunto un peso diverso, anche perché l’ala dei Rangers non si è limitata a commentare le proprie prestazioni sul ghiaccio ma ha iniziato anche a riflettere su quelle di Vladimir Putin al Cremlino. E il suo giudizio non è positivo. In un’intervista rilasciata qualche mese fa ad un quotidiano russo Panarin ha accusato Putin di non aver fatto abbastanza per migliorare le condizioni economiche della maggioranza dei suoi connazionali, di pensare solo all’élite moscovita e di aver avvelenato il dibattito democratico del Paese dipingendo chi critica il Cremlino come un pericoloso sovversivo nelle mani dei servizi segreti occidentali.

LaPresse
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Claudio Marchisio apre alla politica

di Alessio Morra (fanpage.it, 25 febbraio 2021)

Claudio Marchisio, ex calciatore della Juventus e della Nazionale italiana, ha fatto un assist o più prosaicamente si può dire che ha gettato il sasso nello stagno, dicendo che è disponibile a candidarsi e può entrare in politica: «Se ci fosse bisogno del sottoscritto per il territorio, per la città di Torino e per il Piemonte sarei il primo ad esserci». A Torino la prossima primavera si voterà per le elezioni Comunali e il sindaco Chiara Appendino ha già annunciato che non si ricandiderà. Marchisio ha presenziato alla presentazione di Skinlab, un centro medico polifunzionale specializzato in fototerapia e trattamenti dermatologici.

Getty Images
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