Archivio mensile:Agosto 2020

Il digiuno per Salvini

(fanpage.it, 20 agosto 2020)

L’iniziativa non è nuovissima, dal momento che già a gennaio i leghisti avevano provato a lanciare la mobilitazione a sostegno di Matteo Salvini e sempre in relazione al caso Gregoretti. Tuttavia, in queste ore è diventato nuovamente virale l’hashtag #digiunoperSalvini, che ricorda la campagna (con tanto di sito Internet dedicato) che chiedeva di digiunare a sostegno del leader leghista, il quale ora si appresta ad andare a processo, dopo il via libera del Parlamento all’autorizzazione a procedere, per la gestione del caso Gregoretti quando era ministro dell’Interno e vicepresidente del Consiglio.digiuno_per_Salvini Continua la lettura di Il digiuno per Salvini

Meloni scende in spiaggia

(adnkronos.com, 19 agosto 2020)

Dalla campagna ecologista Spiagge Pulite alle infradito elettorali, fino all’Enigma del Patriota. Sempre rigorosamente con Fratelli d’Italia sotto l’ombrellone, perché le idee e gli obiettivi del partito di Giorgia Meloni non vanno in vacanza. La campagna di Fdi che dichiara guerra all’inquinamento, alla plastica, al vetro e a tutto ciò che contamina i litorali italiani è partita ai primi di agosto da Ostia, con stand vicino alle spiagge. 0_Meloni_spiaggia Continua la lettura di Meloni scende in spiaggia

La ragazza che diede un volto (e un sorriso) alla Repubblica Italiana

di Ugo Barbàra (agi.it, 2 giugno 2020)

C’è un’immagine che da più di settant’anni accompagna la festa del 2 giugno e, in generale, ogni volta che si ricorda il referendum che sancì il passaggio dalla monarchia alla repubblica. È il volto sorridente di una bella ragazza che sbuca, letteralmente, dalla prima pagina del Corriere della Sera con il titolo a nove colonne sull’esito del referendum del 1946. Una foto solo in apparenza spontanea, in realtà costruita con accortezza e selezionata tra numerosi provini.

Studio Patellani / Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo
Studio Patellani / Museo di Fotografia Contemporanea, Cinisello Balsamo

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La donna turrita. Perché l’Italia è rappresentata come una figura femminile?

di Dario Ronzoni (linkiesta.it, 2 giugno 2020)

Tutti l’hanno vista, almeno una volta. Sotto forma di statua, forse. O stampata sui francobolli. Si trova spesso nelle vecchie cartoline (soprattutto di inizio Novecento), nelle vignette di satira, in qualche poster, nei manifesti celebrativi. È l’immagine dell’Italia rappresentata come una donna. Forma allegorica, iconica, simbolica. A volte con un tricolore in mano (così non si sbaglia), quasi sempre con una corona turrita in testa. E perché no, una cornucopia, a indicare abbondanza e fertilità. Ma perché è così? Perché si è imposta questa simbologia?Belardelli_Italia Continua la lettura di La donna turrita. Perché l’Italia è rappresentata come una figura femminile?

I capi d’abbigliamento iconici diventati simbolo di libertà

di Essia Sahli (vanityfair.it, 7 giugno 2020)

La moda è una delle forme espressive umane, singola e collettiva al tempo stesso, che forse meglio incarna i continui cambiamenti storici. Questo perché spesso e volentieri è stata la comparsa di alcuni capi d’abbigliamento, in una data epoca, ad aver premuto l’acceleratore sulla sovversione di paradigmi e canoni, così come sulle restrizioni e le costrizioni sociali. Nel libro Il senso della moda, Roland Barthes rifletteva su questo fiuto della moda, spesso infallibile, e in particolare su che rapporto ha con la Storia.

Getty Images
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Jackie Kennedy, da first lady a icona di stile

di Maria Luisa Tagariello (vanityfair.it, 21 maggio 2020)

Se l’aggettivo “iconico”, oggi, ci sembra abusato, difficilmente saremmo in grado di trovarne uno più appropriato per raccontare lo stile di Jackie Kennedy. Ci sarà quindi perdonato, con una certa indulgenza, l’uso (e l’abuso) di una parola spesso elargita con troppa generosità, ma che risulta quanto mai calzante per descrivere tanto il tailleur bouclé della first lady quanto i pantaloni Capri della moglie dell’armatore greco.Jackie_Gucci Continua la lettura di Jackie Kennedy, da first lady a icona di stile

La collanina con la scritta VOTE, uno dei dettagli più importanti del discorso di Michelle Obama

(rivistastudio.com, 18 agosto 2020)

Nella notte di lunedì 17 agosto, Michelle Obama ha aperto la convention democratica in videoconferenza. «Trump non è in grado di governare l’America» ha esordito, «ogni volta che guardiamo a questa Casa Bianca appellandoci a una guida o in cerca di consolazione, ciò che vediamo è il caos». Nonostante l’apertura della convention, affidata alla moderazione dell’attrice Eva Longoria, abbia visto decine di oratori, a catturare l’attenzione del pubblico è stata proprio l’ex first lady, e un dettaglio di cui tutti gli spettatori si sono accorti: la collanina da lei indossata con la scritta “VOTE”. MichelleObama_vote_necklace Continua la lettura di La collanina con la scritta VOTE, uno dei dettagli più importanti del discorso di Michelle Obama

La strategia di auto-promozione di Greta Thunberg in quattro punti

di Rainer Zitelmann (linkiesta.it, 17 agosto 2020)

Ancora una volta Greta Thunberg ha dimostrato la sua genialità nelle pubbliche relazioni. Qualche giorno fa ha incontrato un ricercatore norvegese per una conversazione sul confine tra i due rispettivi Paesi scandinavi. E Greta ha immediatamente postato le fotografie dell’incontro su Twitter e Instagram. In una di esse si possono vedere i due che si salutano toccando la punta dei piedi dell’interlocutore sul varco di confine di Morokulien, senza entrare fisicamente nel Paese dell’altro.GretaThunberg Continua la lettura di La strategia di auto-promozione di Greta Thunberg in quattro punti

In Thailandia gli studenti protestano usando i simboli di “Harry Potter” e “Hunger Games”

(ilpost.it, 12 agosto 2020)

In Thailandia nelle ultime settimane migliaia di studenti universitari e delle scuole superiori hanno partecipato a manifestazioni di protesta contro il governo e contro il re, e per chiedere maggiore democrazia. Sono proteste inusuali per un Paese in cui il re è considerato una specie di divinità e dove per chi lo critica è previsto anche il carcere. La Thailandia ha, infatti, una delle legislazioni più severe al mondo per il reato di lesa maestà: chi «diffami, insulti o minacci il re, la regina, gli eredi o i reggenti» rischia una pena detentiva fino a quindici anni.

Ph. Lauren DeCicca / Getty Images
Ph. Lauren DeCicca / Getty Images

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