Archivio mensile:Giugno 2020

Alessandra Mussolini, piroette con le stelle

di Gianluca Veneziani (“Libero”, 24 giugno 2020)

Nel ballo della politica non è certo una debuttante. Ma ora ha compreso che è molto meglio scendere in pista che scendere in campo. E così, dopo una carriera tra Parlamento e tv, Alessandra Mussolini ha fatto il grande passo (doble): diventare una concorrente di Ballando con le stelle, il programma di RaiUno condotto da Milly Carlucci, in onda per la nuova stagione dal 12 settembre. La scelta, per la quale la Mussolini ha rinunciato a partecipare al Gf Vip («Ho preferito una situazione meno complessa. Sono un’abitudinaria e stare tre mesi chiusa in una casa per me sarebbe dura», ci dice), pare sensata.AlessandraMussolini_stelle Continua la lettura di Alessandra Mussolini, piroette con le stelle

TikTok, K-pop e il flop di Trump a Tulsa

di Paolo Mossetti (wired.it, 22 giugno 2020)

Tenendo fede al suo stile, il presidente degli Stati Uniti ce l’aveva messa tutta per fare del suo ritorno in campo un momento di tensione: oltre alle parole incendiarie delle scorse settimane sulle manifestazioni contro il razzismo, c’era stata la scelta della data per il primo comizio dall’inizio della crisi da Coronavirus, e cioè il 19 giugno, che era sembrato uno sfregio a Black Lives Matter e agli afroamericani: proprio il Juneteenth, ovvero il giorno che commemora la liberazione degli schiavi dopo la Guerra Civile, e proprio a Tulsa, in Oklahoma, dove nel 1921 una folla di suprematisti bianchi aveva massacrato dozzine di neri nel quartiere di Greenwood.

Ph. Win McNamee / Getty Images
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Balle, bolle e bulli

di Guido Vitiello (ilfoglio.it, 20 giugno 2020)

Diceva Nabokov che i romanzi di Hemingway sono tutti bells, balls and bulls: campane, coglioni e tori. I social network, invece, sono per lo più balle, bolle e bulli, ossia demagoghi gradassi che rifilano menzogne ai popolatori delle loro echo chamber per galvanizzarli e incitarli. La corrida di queste settimane, con i toreri di Facebook e Twitter che infilzano banderillas sulla groppa del toro sbuffante della Casa Bianca, sempre più frastornato, è forse l’avvisaglia di una resa dei conti epocale, ma invita anche a qualche considerazione sconfortante sul tragitto che ci ha portati fin qui.

Amira Lin / Pixabay – Facebook
Amira Lin / Pixabay – Facebook

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La famiglia di Tom Petty diffida Trump

(ansa.it, 22 giugno 2020)

La famiglia del defunto musicista americano Tom Petty ha diffidato formalmente Donald Trump dall’usare nella sua campagna elettorale il brano I won’t back down, come ha fatto lo scorso 20 giugno nel comizio di Tulsa, in Oklahoma. Una campagna – hanno scritto su Twitter Adria, Annakim, Dana e Jane Petty – che «si è lasciata alle spalle troppi americani e il buon senso». «Siamo fermamente contro il razzismo» spiegano «e ogni tipo di discriminazione. Tom Petty non avrebbe mai voluto che una sua canzone fosse usata per una campagna d’odio».Petty_vs_Trump Continua la lettura di La famiglia di Tom Petty diffida Trump

Marcel Marceau, la voce del silenzio

di Francesco Gallo (ansa.it, 21 giugno 2020)

Come spesso capita, la vita di personaggi famosi ha aspetti poco conosciuti e sorprendenti. È il caso di Marcel Marceau, attore e soprattutto, in quanto mimo, ambasciatore culturale dell’arte del silenzio, che sfidò il nazismo aiutando più di cento orfani a fuggire dalla Francia in Svizzera. Questo il racconto di Resistance – La voce del silenzio, un film di Jonathan Jakubowicz, con Jesse Eisenberg, Clémence Poésy ed Édgar Ramírez, dal 23 giugno in esclusiva in vod sulle principali piattaforme (Sky Primafila, Apple Tv, Chili, Google Play, Infinity, TimVision, Rakuten Tv, Cg Entertainment, The Film Club).MarcelMarceau-Resistance Continua la lettura di Marcel Marceau, la voce del silenzio

Vera Lynn: la voce come rifugio, cura e consolazione

di Paola Peduzzi (ilfoglio.it, 19 giugno 2020)

La voce che accudisce, che calma, che custodisce, che cura: questa era la voce di Vera Lynn per gli inglesi in guerra negli anni Quaranta e poi anche dopo, quando è tornata la pace ma non è passato – non passa mai – il bisogno di farsi rassicurare, e di farsi amare. Vera Lynn, “cantante patriottica” come è stata sbrigativamente definita ieri, è morta a 103 anni e il tributo è stato spontaneo e immediato: le sue canzoni più famose sono state trasmesse ovunque nel Regno Unito, la Rete si è riempita di video di cortili con persone a distanza di sicurezza che ascoltano insieme Vera Lynn.

Ph. Luciana Guerra / PA Images – Getty Images
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La dura legge dei corpi: il fake stadium è già futuro

di Stefano Baldolini (huffingtonpost.it, 18 giugno 2020)

“Che cavolo stai dicendo Willis?”, e giù applausi, risate e gridolini. Chi non se lo ricorda il tormentone de Il mio amico Arnold? Con gli applausi e le risate registrate nelle vecchie sit-com anni Ottanta e Novanta parecchi di noi hanno già fatto i conti (e siamo sopravvissuti). Poi arriva il Covid-19 e il pubblico scompare veramente negli eventi di massa, tanto che per riprendere lo spettacolo nel luogo simbolo delle liturgie di popolo, come uno stadio, si prova a correre ai ripari con tifosi digitali. Potrà non piacere, ma il fake stadium è già il futuro.

Reuters
Reuters

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Il vero gesto atletico

di Emanuela Audisio (vanityfair.it, 15 giugno 2020)

La libertà di giocare. Quella lo sport la perse, anzi gli fu tolta. Niet a Mosca 1980. Gli atleti pagarono sulla loro pelle le ragioni di Stato. I pugni di Città del Messico ’68, l’illusione di poter contare, non solo in una corsia, era svanita, in più ci aveva già pensato Settembre Nero a Monaco ’72 a insanguinare tutto e a ribadire che lo sport poteva essere sequestrato, calpestato, ammazzato. Era solo merce di scambio.

Getty Images
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Bolsonaro nomina Segretario di Stato alla Cultura del Brasile un altro attore di telenovelas

(agi.it, 20 giugno 2020)

Il quinto Segretario di Stato alla Cultura nel Brasile del presidente Jair Bolsonaro è ancora una volta un attore di telenovelas. Mário Frias, 48 anni, famoso negli anni Novanta per aver interpretato uno dei protagonisti nella serie per teenager Malhação, sostituisce dopo un mese la dimissionaria Regina Duarte, a sua volta attrice di telenovelas e soprannominata “l’innamorata del Brasile”, accusata dal presidente di avere scelto nel suo staff esponenti della Sinistra.

folha.uol.com
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