Archivio mensile:Settembre 2019

Cosa possono e non possono dire i politici su Facebook

(ilpost.it, 25 settembre 2019)

Nick Clegg, vice primo ministro del Regno Unito tra il 2010 e il 2015 e oggi responsabile degli affari globali e della comunicazione di Facebook, ha annunciato che Facebook adotterà nuove regole sui contenuti pubblicati dai politici. Durante il festival della rivista The Atlantic, a Washington D.C., Clegg ha detto che i post dei politici su Facebook non saranno più sottoposti alle normali linee guida del social network.

newsroom.fb.com
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Medioman dal “Grande Fratello” alla politica

di Giulia Ricci (torino.corriere.it, 27 settembre 2019)

«Come disse Rocco Casalino, che conosco bene: “Guardatemi senza pregiudizio”». Francesco Gaiardelli e il portavoce del premier hanno qualcosa in comune: personaggi televisivi del Grande Fratello “prestati” alla politica. Gaiardelli, arrivato alla finale del reality nel 2001, quarantotto anni, milita nella Lega ormai da venti.medioman_grande_fratello Continua la lettura di Medioman dal “Grande Fratello” alla politica

L’uomo che ha ispirato le proteste contro il presidente Sisi

(ilpost.it, 25 settembre 2019)

Da venerdì scorso centinaia di persone stanno partecipando a proteste antigovernative in diverse città dell’Egitto per chiedere le dimissioni del presidente Abdel Fattah al Sisi. Nonostante il numero ridotto di manifestanti, le proteste sono state raccontate dai principali giornali internazionali perché molto inusuali nel Paese, governato dal 2013 in maniera molto autoritaria proprio da al Sisi.

Mohamed Ali via YouTube
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Le magie del deepfake: Renzi appare e insulta tutti

di Jaime D’Alessandro (repubblica.it, 25 settembre 2019)

È solo un esempio, non prendetelo per buono. Anche perché si capisce che c’è qualcosa che non va. Ma dà un’idea di cosa si possa fare con il deepfake, l’uso di intelligenza artificiale che manipola un video applicando sul volto del protagonista la faccia di qualcun altro in tempo reale. A Striscia la notizia, ad esempio, c’era un Matteo Renzi che straparlava fra battute al vetriolo e commenti sui suoi avversari politici.

open.online
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La Bella e la Bestia: i due volti dell’Italia

di Nicola Mirenzi (huffingtonpost.it, 20 settembre 2019)

Lei è la Bella. Lui è la Bestia. Lei influenza la moda, il costume, i desideri delle persone. Lui la politica, l’umore pubblico, il linguaggio collettivo. Lei è internazionalissima. Lui è il custode dei confini italiani. Lei è Chiara Ferragni, lui è Matteo Salvini. In comune, hanno la strepitosa capacità di usare i social network, il successo e un Paese che li segue. O, forse, sono due paesi diversi.Salvini-Ferragni Continua la lettura di La Bella e la Bestia: i due volti dell’Italia

Richard Nixon? Forse non fu un grande politico, ma fu un ottimo musicista

(linkiesta.it, 10 settembre 2019)

Un politico farebbe di tutto pur di distogliere l’attenzione da uno scandalo che lo riguarda. Anche mettersi a suonare il pianoforte. Lo fece, per fare un esempio, il presidente americano Richard Nixon: [il 7 marzo 1974, N.d.C.] proprio al picco del caso Watergate, per dare un’immagine più simpatica di sé, si prestò ad accompagnare la cantante Pearl Bailey durante la cena dedicata all’Associazione dei Governatori (c’era anche Ronald Reagan, in quanto governatore della California).east-room-1974-bailey-nixon Continua la lettura di Richard Nixon? Forse non fu un grande politico, ma fu un ottimo musicista

Il primo capitano nero del Sudafrica di rugby

di Pietro Cabrio (ilpost.it, 17 settembre 2019)

La storia contemporanea del Sudafrica è stata scandita anche dal rugby, il suo sport nazionale. Nel Novecento, durante i quarant’anni di apartheid – la sistematica discriminazione e segregazione dei neri – la nazionale di rugby sudafricana fu il vanto dei boeri, la minoranza bianca, ricca e segregazionista del Paese. Quando invece il regime dell’apartheid venne abolito e dichiarato crimine contro l’umanità, la stessa nazionale divenne inaspettatamente il primo grande simbolo popolare del nuovo Sudafrica unito.

Getty Images
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Come Lana Del Rey si è trasformata da bambola a stelle e strisce in icona femminista

di Laura Caprino (vice.com, 11 settembre 2019)

La prima volta in cui ho ascoltato Lana Del Rey avevo da poco superato i vent’anni. Il suo album di debutto omonimo non si era fatto particolarmente notare, ma Born to Die aveva conquistato prepotentemente la scena musicale, piazzandosi da subito ai piani alti delle classifiche in Uk e Usa. Nonostante fosse sconosciuta ai più, con il suo secondo disco irruppe in classifica con un sound e un’estetica unici, ispirati alla vecchia Hollywood decadente e viziosa, dal volto oscuro e dal passato tormentato.LanaDelRey Continua la lettura di Come Lana Del Rey si è trasformata da bambola a stelle e strisce in icona femminista